La situazione dei ricercatori precari italiani continua a essere al centro del dibattito pubblico. Nella giornata odierna, le assemblee precarie universitarie hanno dato vita a una mobilitazione nazionale, seguendo il presidio organizzato ieri davanti a Montecitorio dai ricercatori del Cnr e di altri istituti di ricerca. La richiesta è chiara: garantire contratti stabili, retribuzioni adeguate e un futuro professionale nel Paese, evitando l’emorragia di talenti verso l’estero.
Elisabetta Piccolotti, deputata di Alleanza Verdi e Sinistra (Avs), ha espresso il pieno supporto del suo gruppo politico alla causa. “Non possiamo accettare che migliaia di giovani ricercatori siano costretti a emigrare per mancanza di opportunità dignitose qui in Italia”, ha dichiarato. Piccolotti ha inoltre criticato le politiche del governo, accusandolo di affamare i ricercatori con contratti precari e di tentare un controllo diretto sulle università tramite riforme invasive.
Il tema assume particolare rilevanza in vista della prossima legge di bilancio, che potrebbe rappresentare un’opportunità per invertire la rotta. “Continueremo a batterci per un’università libera e autonoma”, ha concluso la deputata. La mobilitazione dei precari della ricerca è un segnale forte che non può essere ignorato.
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