In questi giorni si sta facendo un gran parlare degli arretrati figli del rinnovo del contratto del comparto scuola e AFAM che saranno accreditati, con ogni probabilità, a febbraio 2026. Ricordiamo che ad attenderli sono circa 1 milione di addetti. Con questo articolo proviamo a fare un po’ di chiarezza richiamando le tabelle con gli incrementi stipendiali che abbiamo già pubblicato sulle nostre pagine redatte dalla CISL Scuola.
Con l’approvazione del nuovo Contratto della Scuola, docenti e personale ATA del comparto Scuola e AFAM possono quindi aspettarsi arretrati e aumenti salariali.
Tuttavia, le cifre potrebbero non essere così elevate come inizialmente annunciate in pompa magna e dai sindacati e dallo stesso governo. La realtà potrebbe quindi essere totalmente diversa. Meglio prepararsi al peggio.
Arretrati e aumenti: cosa aspettarsi?
Gli arretrati riguardano principalmente il periodo precedente al 2024, ma per gli anni 2022 e 2023 non sono stati previsti aumenti significativi. L’unica aggiunta è rappresentata dall’Indennità di Vacanza Contrattuale (IVC) e dall’Assegno Temporaneo, valido solo per il 2023. Gli aumenti contrattuali entreranno a regime solo dal 2024, con una serie di detrazioni che ridurranno l’importo netto percepito.
Detrazioni e ritenute
Dagli aumenti lordi, infatti, vanno sottratti l’IVC percepita dal 2024, eventuali anticipi contrattuali di dicembre 2023 e ulteriori acconti previsti per il 2025. Inoltre, si applicano ritenute previdenziali pari all’11,15% e fiscali in base all’aliquota media.
Differenze tra Scuola e AFAM
Per il personale AFAM, gli arretrati risultano leggermente superiori rispetto al comparto Scuola. Tuttavia, i dipendenti AFAM non beneficeranno del bonus una tantum riconosciuto invece ai colleghi della Scuola (111,70 euro per i docenti e 270,70 euro per il personale ATA e DSGA).
Come avete ben notato le cifre reali sono ben distanti da quelle propagandate in pompa magna.
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