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Rinnovo CCNL 2022/24, intervista a Castellana FGU, cosa chiede la Gilda sul piano retributivo e normativo

Le nostre interviste in esclusiva

Intervistiamo il Coordinatore Nazionale della Gilda degli insegnanti, mentre sono in corso all’ARAN le riunioni dei sindacati rappresentativi per il rinnovo del contratto di lavoro 22/24 scaduto ormai da 10 mesi e che in parte il personale della scuola ha già riscosso.

Prof. Castellana, la legge di bilancio 2025 non ha stanziato un solo euro per il contratto 22/24, nell’ultima riunione l’ARAN vi ha presentato le nuove tabelle degli stipendi di tutto il personale della scuola con gli aumenti contrattuali, si tratta di un incremento medio al netto di soli 50 euro e in più una – tantum, cioè soldi che avrebbero dovuto essere da mesi nelle tasche dei lavoratori della scuola. Un recupero di solo il 6% a fronte di un’espulsione del 17%.
La FGU cosa risponde a questa offerta dell’ARAN?

La situazione retributiva del personale della scuola ci preoccupa fortemente, siamo in attesa di vedere se si riescono a recuperare risorse con la legge di bilancio 2026.

Sul piano economico cosa proponete? Sarebbe il caso di prevedere un contratto di lavoro di “risarcimento” con un investimento significativo per i docenti già nella prossima legge di bilancio 2026?
Sta di fatto che ad oggi, per quel che si sa, nulla di tutto questo è previsto per il 2026.

Sarebbe auspicabile, oltre a reperire risorse per lo stipendio tabellare, prevedere una-tantum sostanziosa, che faccia guadagnare potere d’acquisto alla categoria e vada a ristorare la perdita degli anni precedenti. Siamo però convinti che questi contratti, ancorati al resto del pubblico impiego, non riusciranno mai a dare uno stipendio adeguato. Si deve ripensare a una nuova forma contrattuale che preveda un’area separata per la docenza, mutuando quello che già avviene per l’università”.

Non le sembra il caso, a fronte di questa politica di appiattimento salariale, al di là della denuncia, di chiamare il personale della scuola alla mobilitazione e allo sciopero?

Riteniamo che prima di tutto il personale della scuola dobbiamo iniziare a dire no, rifiutando di fare tutto quello che non è retribuito, contrastando le imposizioni che prevedono di fatto una forma di volontariato. Probabilmente questa arma sarebbe molto più efficace di tanti scioperi perché farebbe emergere tutto quello che la scuola fa in più rispetto a quanto dovuto e smaschererebbe la carenza di risorse, evidenziando come spesso la scuola si sostituisca ad altre realtà dello Stato (servizi sociali, sanità)”.

Parte normativa del contratto. Ci sono richieste per contrattare le figure di staff, istituendo nella scuola il middle management, alcune forze sindacali si sono dette favorevoli, qual è la vostra posizione?

Siamo assolutamente contrari alla gerarchizzazione della scuola. Il principio della collegialità deve essere salvaguardato, evitando che la scuola si trasformi in una caserma”.

Questione disciplinare dei docenti, sappiamo che non è all’OdG di questo rinnovo contrattuale, si vorrebbe dare ai DS la possibilità di sospendere i docenti dal servizio, qual è la posizione del suo sindacato ?

Siamo dell’idea che per garantire equità e giustizia si deve istituire il Consiglio Superiore della docenza come organo terzo ed imparziale, che vada a derimere le controversie.

Infine, nel contratto nazionale sarebbe il caso, per evitare disparità di trattamento tra scuola e scuola, di individuare a livello nazionale alcune figure ormai indispensabili per la didattica e retribuirle adeguatamente?
Penso, ad esempio, al coordinatore del Consiglio di classe, funzione indispensabile ma svolta spesso in regime di quasi volontariato.

Questa è una nostra richiesta e ne vantiamo il primato che abbiamo avanzato per valorizzare tutte quelle figure che ruotano attorno alla didattica. Indubbiamente, alcune figure andrebbero riconosciute e retribuite adeguatamente senza che queste siano soggette ai capricci e alle variabili delle contrattazioni di istituto che molto spesso in virtù di un’autonomia-anarchia scolastica, rispondendo a logiche che nulla hanno a che vedere con una scuola di qualità e che mette al centro di tutto la didattica.

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