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Rinnovo del contratto: a rischio gli 80 Euro?

Rinnovi dei contrattio del pubblico impiego, il governo è a caccia delle coperture finanziarie anche per salvare il bonus di 80 Euro

Il rinnovo del contratto è all’esame del governo, si cercano le risorse per salvare il bonus di 80 Euro

Il contratto del comparto scuola è fermo al 2009, da allora i dipendenti hanno subito una fortissima perdita del potere di acquisto dei loro salari. Da una stima fatta dai sindacati per recuperare il gab dello stop dei rinnovi occorre un aumento medio mensile di oltre 150 Euro procapite, invece il famoso accordo del 30 novembre scorso ha visto le sigle sindacali rappresentativi accordarsi per soli 85 Euro.

Dopo la definitiva approvazione della riforma della pubblica amministrazione Madia, il governo è impegnato nel reperire le risorse per la compertura finanziaria dei rinnovi dei contratti del pubblico impiego. Ricordiamo che gli aumenti saranno in pusta a partire dal 2018, con ben 9 anni di ritardo.

Rinnovo dei contratti e bonus di 80 Euro

La questione aperta è ancora quella del bonus da 80 Euro, il nuovo aumento rischia di bruciarlo, a dire il vero già oltre un milione di dipendenti pubblici in questi anni è stato costretto a restituirlo. La brutta sorpresa l’hanno avuta con il cedolino dello stipendio pubblicato da NoiPa.

Il governo – scrive il Messaggero – è impegnato è impegnato a trovare una soluzione per garantire il bonus di 80 Euro. E’ allo studio una “sorta di indennità che assicuri il mantenimento in busta paga degli 80 euro nel caso in cui l’aumento contrattuale facesse superare la soglia di reddito che dà diritto al bonus. Il nodo da sciogliere è: come si finanzia questa indennità”?

Ancora una volta il problema restano le risorse. Per l’operazione, sempre secondo il quotidiano romano, occorrono 500 milioni di Euro e le vie che intende percorrere il MEF sono due.

“La prima ipotesi – continua il Messaggero – , quella del ministero, è che questi soldi vengano pescati all’interno della somma destinata agli aumenti. La controindicazione è che i redditi più elevati dovrebbero essere penalizzati. Si rischia di far arrabbiare categorie, come i medici o i presidi, che già sono sul piede di guerra. Difficile di per se, impossibile se si va verso una campagna elettorale. Dunque l’alternativa è che si trovino spazi nel bilancio dello Stato per i fondi necessari. Anche questo un esercizio non semplice. Intanto ieri il premier Paolo Gentiloni ha firmato il piano triennale per l’informatica nella Pa”.

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