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Rinnovo del contratto della scuola: sanzioni disciplimari, permessi brevi e obbligo alla formazione

Il rinnovo del contratto toccherà alcuni aspetti significativi della vita del personale della scuola. Sul tavolo della trattativa potrebbe finire anche la prestazione di insegnamento dei docenti, ma a quanto risulta alla Redazione di InformazioneScuola non dovrebbero esserci grosse sorprese come ad esempio la revisione dell’orario di lavoro. A confermare la nostra tesi vi è l’atto di indirizzo inviato all’ARAN che non contiene nessuna indicazione in tal senso.

Rinnovo del contratto: obbligo di formazione per i docenti

Rinnovo del contratto della scuola: sanzioni disciplimari, permessi brevi e obbligo alla formazione

Se il precedente contratto, quello ancora in vigore, non obbligava nessuno alla formazione, o meglio considerava la formazione dei docenti un diritto per il personale, il nuovo contratto potrebbe invece trasformare il “diritto alla formazione” in “dovere alla formazione”, ciò significa che i docenti avranno il dovere di formarsi e aggiornarsi, insomma verrebbe introdotto l’obbligo alla formazione. La questione tuttavia è se tale aggiornamento dovrà essere scolto e organizzato in orario di servizio o al di fuori di questo. Nel privato avviene durante l’orario di lavoro e se avviene al di fuori da questo i lavoratori vengono retribuiti con il pagamento da parte dell’azienda dello straordinario. Il nuovo contratto dunque dovrebbe adattarsi alla legge 107/2015 nota a nutti come buona scuola che obbliga appunto alla formazione del personale docente.

rinnovo del contratto della scuola: assenze e sanzioni disciplinari

Altra questione ancora aperta resta quella relativa alle assenze dal lavoro per malattia e la (vergognosa) trattenuta Brunetta, ovvero la decurtazione del cosiddetto compenso accessorio (articolo 71 del decreto legge 112 del giugno 2008, convertito dalla legge 133/2008) a quanto ci risulta non verrà stravolto dal rinnovo del contratto confermando che il governo di centro-sinistra del PD su tale disciplina si allinea con il centro-destra. Altra questione sul tavolo della trattativa riguarda i permessi per motivi di famiglia e personali, ovvero gli ulteriori 6 giorni previsti dall’art. 15 del contratto attualmente in vigore, il governo sembra intenzionato a rivedere l’articolo. Sulla questione sanzioni disciplinari, ricordiamo che i vari ricorsi fino ad oggi hanno dato ragione ai lavoratori e condannato l’amministrazione affermando che i dirigenti scolastici non possono sospenderli per 10 giorni poichè tale potere andrebbe a ledere la libertà d’insegnamento, ma anche su questo punto il governo sembra intenzionato a rivedere la norma. Nulla invece si sa sulla richiesta dei docenti riconvertiti sul sostegno che chiedono il passaggio al settimo livello retributivo.

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