A chi ci domanda cosa fare contro la ” controriforma di Bianchi”, ci rifiutiamo di chiamarla riforma, la riforma è qualcosa di necessario, condiviso, migliorativo rispetto all’esistente, noi rispondiamo: la mobilitazione e lo sciopero.
Guai a quel Paese dove le riforme sono pilotate dall’alto e sono subite dalle lavoratrici e dai lavoratori. Da troppo tempo la Scuola sta subendo riforme.
Non ci sono alternative. Bando agli scetticismi, ai distinguo sul significato e il valore dello sciopero nella Scuola, se si resta sui social, se ci si divide, tra sindacati, come accaduto per il pessimo contratto integrativo sulla mobilità 22/25, tra associazioni di docenti, tra gruppi e gruppetti e comitati vari che guardano i problemi solo in chiave settoriale, se si aspetta inerti con atteggiamento ormai rassegnato e stanco come da tempo stanno facendo i docenti italiani, ( vedi lo sciopero 10 dicembre) succederà di tutto e di più.
Non vorremmo che la gente cominciasse a muoversi solo quando i buoi saranno ormai scappati dalla stalla e se ne escano ex post, trovando questo o quel capro espiatorio e con una geremiade di lamenti contro i sindacati.
Oggi il Ministro Bianchi ha ricevuto i partiti di maggioranza, questo Ministro lumaca ha fretta, vuole chiudere entro il 30 giugno, una scadenza non perentoria che non l’Europa ma Palazzo Chigi si è data con l’approvazione del D.L approvato già questa sera dal Consiglio dei Ministri e su cui poi il Governo in aula metterà la fiducia
Il vecchio professore ferrarese vuole passare alla Storia della Scuola Italiana per questa sua riforma, peraltro in linea con la legge 107 di Renzi, stessa matrice confindustriale Tre Elle, che rende parossistico, anacronistico oltre che inadeguato il sistema del reclutamento della docenza, che in pratica cerca solo di prolungare il precariato per ragioni di risparmio, rendendo l’immissione in ruolo una sorta di corsa ad ostacoli.
Inoltre prevede un piano pluriennale di formazione articolato in step con prove finali (ma chi lo paga?) per oltre 800.000 docenti
Lega questa formazione/ valutazione a una progressione di carriera accelerata che prevede anche un incremento dell’orario settimanale di lezione , carriera che a questo punto verrà velocizzata solo per alcuni ( chi si aggiorna e si fa valutare e fa più ore ) e resterà al palo per tutti gli altri, ancora un bel risparmio per lo Stato, ( è il vecchio progetto del concorsone di Luigi Berlinguer ora riveduto e corretto dopo oltre 20 anni).
Non dimentichiamo che il governo, che non aggiorna il Contratto scaduto da molti mesi e non riduce gli alunni nelle classi, pensa di tagliare sulla Scuola nei prossimi tre anni diversi miliardi di euro e quindi tutta la controriforma diventa funzionale proprio a questi tagli, gli insegnanti a fronte di miseri aumenti contrattuali legati all’inflazione non hanno altro per migliorare la loro retribuzione che la progressione della carriera economica in Italia eccessivamente lenta.
Che fare ? Gli insegnanti possono decidere due cose o dormire more solito e allora diventa inutile anche parlare o svegliarsi, ma per questa seconda strada non c’ è tempo, bisogna farlo già dai prossimi giorni e bisogna essere uniti.
Libero Tassella SBC
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