HomeConsulenza e informazioneSBC: che si nasconde dietro al Ministero del merito?

SBC: che si nasconde dietro al Ministero del merito?

Il merito ormai è sulla bocca di tutti, ma cosa c'è dietro?

Papa Francesco : “La meritocrazia sta diventando la giustificazione etica della diseguaglianza”.

Parlare di merito in una scuola e in una società come quella italiana che conferma tutte le disuguaglianze sociali e ha dismesso da tempo la sua funzione di “ascensore sociale” , significa ancor più acuire la “disuguaglianza certificata” dalla scuola italiana, caratterizzata da una crescente povertà educativa e incrementare sempre più i fenomeni dell’abbandono, della dispersione diretta e indiretta che non si sono mai affrontati con interventi strutturali, siamo passati da esperienze estemporanee come i maestri di strada dei napoletani Rossi Doria e Moreno ad interventi previsti dal PNRR 500 milioni distribuiti con discutibili criteri tra le scuole.

Una povertà educativa che fa il paio con una crescente povertà degli italiani che è cresciuta di 5 volte negli ultimi 15 anni.

Negare il legame tra successo educativo abbandono, dispersione e provenienza sociale è negare 50 anni e oltre di sociologia dell’educazione, non si può negare” l’eredità culturale” che i ceti abbienti trasferiscono ai figli spesso figlio unico ( ora definito merito) e la povertà culturale dei poveri e dei nuovi poveri che non vedono più la scuola come un’occasione per migliorare la condizione sociale dei propri figli.

Il Merito e gli insegnanti

Se poi meritevoli saranno gli insegnanti in addestramento permanente e continuo in linea con il DL 36 del governo Draghi/ Bianchi significa creare un grande mercato alla lobby dei formatori in primis con gli universitari che si arricchiranno nei prossimi anni vendendo agli insegnanti i loro corsi che certificheranno un merito formale, con il risultato di avere un “insegnamento format” in cui il digitale diventerà il fine e non il mezzo, l’insegnante sarà ridotto a un ruolo di semplice facilitatore dei contenuti veicolati dai programmi, informazioni traducibili in competenze da spendere rapidamente in un mercato dell’amore che cambia rapidamente e con la stessa velocità dovrà cambiare l’istruzione e l’insegnamento , alla Scuola 4.0, seguiranno quella 5.0 e così via.
Ovviamente si profila un grande affare questa volta per l’industria dell’informatica per il ruolo fondamentale un tempo dell’insegnante che assumerà nella nuova scuola dell’insegnamento- addestramento programmato.

Se poi merito significa anche pagare di più chi, scelto dai DS per ” merito” non fa il lavoro di insegnante in classe con gli studenti ma il lavoro burocratico organizzativo e gestionale di supporto al DS o al posto del DS ( middle management) significa creare differenze retributive , dando ai DS grande spazio e nuovi poteri nel definire e pagare il merito e che determinerà disaffezione nel priprio lavoro per chi crede che insegnare e educare sia un lavoro con e per gli studenti per una loro crescita critica e cioè una ricerca continua nella conoscenza e nei saperi, un metodo, un percorso, un viaggio che dovrà continuare anche dopo il conseguimento del titolo di studio per tutta la vita.

Se merito significa misurare i rendimenti delle singole scuole con strumenti burocratici definiti in acronimi allora noi assisteremo alla differenziazione gerarchica delle scuole che si caratterizzeranno in quelle che serviranno per promuovere il merito ( scuole di serie A) e scuole per contenere il disagio sociale ( scuole di serie B, C…).
Se poi si creeranno scuole di eccellenza per meritevoli gestite da privati lo Stato le finanzierà per la nuova classe dirigente che si formerà in parte in Italia e in parte all’estero.

Se merito significa dare più poteri al DS in linea con la 107 del 2015 avremo sempre più conflittualità nelle scuole e si diffonderà ancor più la logica premiale e non quello retributiva contrattualmente definita, le scuole saranno gestite in nome del merito in modo iperautoritario, e i DS vorranno assumere i docenti meritevoli e che considerano adeguati i alla loro scuola sia a tempo indeterminato con concorsi da loro gestiti sia a tempo determinato e se li considerano immeritevoli, vogliono avere il Potere di imporre agli immeritevoli di cambiare scuola.
Ricordo che l’istituto della chiamata diretta dei docenti prevista dalla legge 107 nel 2018 è stata solo sospesa ma non abrogata con un accordo sindacale all’epoca del Conte 1, ministro Bussetti ( Lega)

Se merito significa assumere docenti solo da concorso ordinario uno all’anno o uno ogni due anni , limitando le assunzioni ai soli vincitori, se si andranno a modificare le fasi transitorie e non considerare come merito i servizi prestati per anni dai precari, se lo snellimento delle procedure di reclutamento viene considerato immeritevole, allora non tra decenni ma tra pochi anni trovare un insegnante sarà un’impresa considerando che oltre ai posti già vacanti c’è ne saranno altri 250.000 nei prossimi 5 anni.

Ma credo che uno dei problemi che si porrà oltre al cercare di ridimensionare i sindacati e la contrattazione nazionale e di istituto , ricordate la polemica della Meloni e i docenti iscritti alla Cgil, visto l’estrazione ideologica del Ministro Valditara e quello del Ministro Calderoli, sarà proprio il tema dell’Autonomia differenziata pet la scuola, con la regionalizzazione dell’istruzione cara ai governatori del Nord ma anche a quello dell’Emilia Romagna.
Dovremo vedere come reagirà il partito di maggioranza relativa che ha lasciato alla Lega il MIM anche se Valditara può vantare una lunga militanza in AN e poi nel partito di Fini dopo la separazione da Berlusconi.
Si tratta di dare alle Regioni l’istruzione e i fondi statali ad essa destinati e avere tanti contratti e retribuzioni diversificate per gli insegnanti per quante sono le regioni italiane.

Intanto aspettiamo le prime dichiarazioni del Ministro del MIM, e le sue linee guida di governo della scuola. Ci auguriamo di aver sbagliato su tutta la linea.

Libero Tassella SBC

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