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SBC: scuole chiuse a Napoli per elezione, polemiche strumentali di genitori che non hanno come parcheggiare i figli

L’articolo di Tecnica, su 10 giorni di assenza per elezioni a Napoli è costruito su una notizia riportata ieri da Bianca De Fazio su la Repubblica di Napoli.

Sono i genitori della scuola elementare, la Cuoco di Napoli che hanno protestato per la chiusura della scuola da venerdì a mercoledì e poi ancora fino a venerdì per la necessaria disinfestazione dei locali scolastici. Poiché poi la scuola il sabato non funziona, si ritornerebbe il prossimo lunedì.

La protesta è guidata da un’associazione di genitori molto attiva a Napoli mesi fa contro la DAD.
Questi volevano in piena seconda e poi terza ondata la scuola sicura e aperta allo stesso tempo. Faccio presente che lo scorso anno in piena pandemia la scuola primaria ha funzionato per la maggior parte in presenza come la scuola dell’infanzia per garantire il babysitteraggio.
La cosa paradossale una sorta di nemesi è che i genitori contrari alla DAD ora la vogliono in caso di chiusura della scuola che non sia dovuta al Covid.

Purtroppo dietro queste proteste in nome del diritto allo studio sancito dalla Costituzione viene fuori una visione della scuola come parcheggio delle figlie e dei figli e questo non vale solo per i più piccoli dalla scuola dell’infanzia alla primaria ma anche per gli studenti della scuola secondaria di primo e secondo grado.

Ora che le scuole e gli alunni non debbano essere penalizzati è cosa buona e giusta.

Comunque nel ribadire che non tutte le scuole sono scelte come seggio elettorale, a me pare una polemica alquanto strumentale.

Le elezioni nelle scuole assicurano ai cittadini un voto di prossimità e questo è uno strumento importante per combattere l’astensionismo sempre presente e in particolare nella città di Napoli ( si veda l’alto tasso di astensione al voto le scorse comunali).

Se un cittadino dovesse raggiungere gli uffici comunali per votare con i mezzi pubblici io credo che la percentuale dell’ astensionismo aumenterebbe e di molto.

Se fossimo un Paese diverso si potrebbe iniziare a parlare di voto on line così le scuole potrebbero essere tutte aperte e si risparmierebbe su seggi, presidenti e scrutatori e i risultati si conoscerebbero in tempo reale. Invece si vota ancora come si votava 160 anni fa. Ma questo è solo utopia non solo per Napoli ma per l’Italia interra.

Libero Tassella SBC

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