Chi ha votato la scuola? Le ultime elezioni europee hanno generato un dibattito fuorviante sui risultati ottenuti dai principali partiti. Gran parte dei media hanno rappresentato gli esiti come una larga conferma del consenso nei confronti delle forze di governo, ma un’analisi accurata dei dati mostra un quadro ben diverso.
In primo luogo, solo la metà degli italiani si è recata alle urne, un’astensione record ignorata dai politici. Inoltre, guardando ai voti assoluti piuttosto che alle sole percentuali sul totale partecipanti, emerge come il centrodestra abbia perso complessivamente 1,2 milioni di preferenze.
L’affluenza record negativa alle elezioni Europee e il consenso invariato per i partiti di governo: una lettura distorta della realtà
Alcuni partiti di opposizione hanno invece incrementato il proprio bottino, come AVSS e la neonata formazione di Michele Santoro. Vincenti in termini assoluti.
Ma come hanno risposto gli elettori alle promesse dei partiti di governo in materia di scuola? I dati riportati dal Sole 24 Ore mostrano crolli significativi per i principali azionisti dell’esecutivo. FDI ha perso 600mila voti, FI e LN insieme quasi 300mila, mentre il Carroccio al ministero dell’Istruzione ne ha persi addirittura 350mila.
Gli insegnanti si chiedono se questi risultati siano una conseguenza delle aspettative disattese dopo slogan come “NO AL CONCORSONE”. Dubitano inoltre che la strada intrapresa dal ministro, che rende più onerosa la formazione senza dare stabilità, sia quella giusta per il futuro della scuola. È tempo di una seria riflessione.
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