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Scuola – Negli Ultimi 10-15 anni solo tagli devastanti

Se esistono storie come quelle che stiamo per raccontare è perché la scuola pubblica è un terreno di tagli indiscriminati che durano da oltre dieci-quindici anni. Secondo un recente rapporto Ocse, la spesa in Istruzione è pari al 9% del totale collocando il nostro paese al 31° posto tra i 32 considerati. Solo il Giappone fa peggio di noi. Gli stipendi degli insegnanti sono tra i più bassi, con 32.658 dollari l’anno nel 2010 nella scuola primaria (contro i 37.600 della media Ocse), 35.600 dollari nella scuola media (39.400 Ocse) e 36.600 nella secondaria superiore contro 41.182 Ocse. A fronte di stipendi più bassi, gli orari degli insegnanti italiani sono sostanzialmente nella media Ocse a eccezione delle medie inferiori. Ma è negli organici che si può misurare con più precisione l’arretramento della scuola pubblica. Dagli 824.178 docenti del 2001, si è passati nel 2010 a 795.342 fino a 744.260 dell’anno scolastico in corso di cui 83.574 supplenti. Il personale della scuola pubblica (docenti e Ata) è passato da 1.137.619 del 2007 a 1.043.284 del 2010 fino a scendere a 950 mila nel 2012. Dalle aule sono quindi scomparsi oltre 100 mila docenti negli ultimi cinque anni. A
pagare di più un conto già salato sono stati i precari, che hanno visto ridursi le occasioni di lavoro del 30%.È però nell’analisi della spesa media per studente che si capisce meglio la diversa qualità italiana: la spesa è sopra la media (nona su 34 Paesi) per la scuola d’infanzia e per la primaria (decima su 35), mentre scende sotto la media per la scuola secondaria (18esima) e per l’universitaria (24esima). La scuola dell’infanzia è uno dei punti di forza del sistema italiano con un livello di frequenza (97% per i bambini di 4 anni) tra i più alti dell’ Ocse. Inoltre, nel 2008, l’Ocse certificava per l’Italia che la scuola elementare è tra le migliori al mondo nonostante i bassi stipendi. E solo un anno fa, la Fondazione Giovanni Agnelli ammetteva: “Nonostante la presenza di alcune eccellenze, la performance delle scuole non statali è deludente rispetto a quelle statali”.

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