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SCUOLA – Protestano i genitori per i soldi extra chiesti dalle scuole

I tagli hanno hanno messo le scuole con le spalle al muro, per portare avanti i progetti promessi a famiglie e studenti i dirigenti sono costretti a chiedere sempre più contributi alle famiglie. Per l’associazione dei genitori è una vergogna, mentre i dirigenti ammettono che prima quei soldi venivano usati per progetti, ora soltanto per far fronte alle necessità.

Ne scrive il Messaggero.

LE REAZIONI
ROMA «Questa è una tassa occulta che si chiede alle famiglie senza dare poi alcuna rendicontazione, perché i genitori non sono messi in condizione di sapere come vengono spesi i soldi che danno alla scuola». E’ durissimo Fabrizio Azzolini, presidente nazionale dell’Age, l’Associazione italiana genitori. Da tempo le rappresentanze delle famiglie sono sul piede di guerra contro queste richieste economiche. «Se prima pesavano meno – aggiunge – con la crisi che abbiamo oggi diventano un problema. Perché le scuole chiedono sempre di più, con le famiglie che invece possono dare sempre meno». E non c’è solo il “contributo volontario”, come lo chiamano i presidi. «Ci sono altri mille balzelli a carico dei genitori – denuncia Azzolini -. Le scuole sono sempre più in affanno. Ma anche le famiglie». «
«Negli anni passati le richieste di sostegno economico ai genitori facevano parte di un progetto educativo – ricorda Angelo De Vita, preside di lungo corso a Roma, ora in pensione -. Ma adesso sono diventate una necessità della quale non si può fare a meno». De Vita è stato uno dei primi presidi, in Italia, a fondare un’associazione con i genitori alla scuola media Belli di Roma, che è tutt’ora attiva. «Grazie a questa associazione potevamo permetterci di intraprendere tante attività. Riuscivamo a tenere viva la scuola con corsi e iniziative per gli studenti. Ma ora i contributi dei genitori servono solamente per far fronte alle necessità – ribadisce – non sono più parte di un progetto. Le esigenze sono altre, le difficoltà davvero molte».
«SI TRATTA DI VIOLAZIONI»

«Se l’istruzione è un bene comune, non può essere a pagamento» protesta Mimmo Pantaleo, segretario generale della Flc Cgil che da tempo porta avanti la sua battaglia contro il ricorso a questa pratica. «Sono anche una violazione del principio costituzionale» ammonisce il sindacalista che dice che la scuola dell’obbligo deve essere gratuita. «La scuola è una macchina complessa e ha bisogno di soldi per funzionare».
IL NODO RISORSE

La soluzione? «Inutile dire ai genitori di rifiutarsi di pagare – sostiene il presidente dell’Associazione dei genitori -. Ci ascolterebbero in pochi. Noi facciamo appello ai nostri governanti: prendete coscienza dei problemi. La politica ha perso il senso della prossimità ai bisogni della nostra società». Per il leader della Flc Cgil la soluzione è nelle risorse che deve dare il governo: «Occorre aumentare i fondi per le scuole – sostiene Pantaleo – e darli con tempestività. Perché ora il problema è che le risorse sono poche e arrivano anche tardi. I dirigenti non hanno neanche la certezza di avere i soldi che hanno». Sono i dirigenti a rivolgersi alle famiglie per fare andare avanti le scuole. «Non è facile – conclude De Vita -. Ascolto le lamentele di tanti miei colleghi: per loro ricorrere all’aiuto dei genitori è davvero doloroso».
A. Cam.

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