HomesindacatiSindacati- Così abbatteremo la buona scuola

Sindacati- Così abbatteremo la buona scuola

Sarà un anno scolastico di durissime lotte quello che è appena iniziato. I sindacati sono disposti a tutto pur di bloccare le storture contenune ne “la buona scuola” di marca PD. Il partito di Renzi non ha sentito né le proteste degli studenti, né quelle dei docenti e nemmeno quelle dei sibdacati, quest’ultimi sono disposti a mettere in campo tutte le armi a loro disposizione, ci riusciranno? Delle strategie ne scrive Carlo Forte nell’articolo che segue.

Limitare i rischi di un’involuzione autoritaria nella conduzione delle istituzioni scolastiche valorizzando il ruolo degli organi collegiali e delle rappresentanze sindacali unitarie. È questo uno degli obiettivi che si prefiggono i sindacati rappresentativi Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda-Unams in vista dell’attuazione della legge 107. Con un documento sottoscritto da tutti e 5 i segretari generali, le organizzazioni sindacali firmatarie del contratto di lavoro hanno evidenziato le criticità connesse all’esecuzione delle nuove regole. Ed hanno preannunciato azioni legali a tutela del principio della libertà di insegnamento.

Le cinque maggiori sigle sottolineano innanzitutto che il collegio dei docenti non ha perso il potere di deliberare in materia di funzionamento didattico. Compreso quello di deliberare il piano annuale delle attività. A questo proposito hanno evidenziato che tanto più puntuale risulterà la relativa delibera tanto minore sarà il margine di discrezionalità esercitabile dal dirigente scolastico che lo deve attuare. E per questo motivo hanno suggerito ai docenti di adoperarsi, in seno al collegio, per formare una delibera sul piano annuale delle attività che possa essere quanto più possibile chiara ed esaustiva. In più hanno raccomandato che tale deliberare venga resa pubblica con affissione all albo e sul sito istituzionale della scuola. Le organizzazioni sindacali hanno fatto presente anche che la legge 107 ha modificato la norma del regolamento dell’autonomia sul Pof, ma solo nel senso che adesso ha durata triennale, mentre prima bisognava formarlo ogni anno. Dal piano triennale dell’offerta formativa discende anche l individuazione del fabbisogno di posti per il potenziamento, per la progettazione e l organizzazione. Tutte materie che rimangono oggetto di deliberazione da parte del collegio. Idem per gli incarichi da conferire ai docenti per coadiuvare il dirigente scolastico direttamente collegati all’organizzazione della didattica.

Sulla valutazione Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda hanno raccomandato ai docenti, che saranno eletti nei comitati di valutazione, di astenersi dalla formazione di criteri di valutazione che non dovessero risultare in stretto collegamento con gli indirizzi emersi in seno al collegio dei docenti. In ciò limitandosi ad operare per le mere funzioni concernenti la valutazione dei neoimmessi in ruolo. Sempre secondo i 5 maggiori sindacati, il consiglio di istituto, rispetto alla costituzione del comitato di valutazione, potrà muoversi in analogia a quanto suggerito per il collegio docenti. Contestualmente potrà richiamare in modo esplicito l’auspicio che, nel rinvio al tavolo negoziale dei criteri e dei compensi per la distribuzione di queste risorse aggiuntive, le stesse siano ripartite con le stesse finalità e criteri stabiliti dalla contrattazione decentrata d’istituto, che la legge non prevede, per il personale della scuola. Idem per il personale Ata, specie se eletto in seno alla Rsu di istituto.

Le sigle hanno infine ribadito che attiene alle relazioni sindacali, ai sensi dell art. 6 del contratto, tutto ciò che riguarda le modalità di utilizzo del personale e le ricadute sull organizzazione del lavoro. In particolare, hanno evidenziato l’opportunità che le rappresentanze sindacali unitarie già a settembre chiedano l’apertura del confronto sindacale per definire intese tra le parti sui criteri con cui procedere per utilizzare le risorse comunque destinate a compensi per il personale.

La proroga del contratto precedentemente sottoscritto, per l anno scolastico 2014/2015 secondo le sigle rappresentative andrebbe evitata, in considerazione della particolare complessità della nuova fase che si apre col nuovo anno scolastico, che è anche quello in cui le Rsu elette a marzo 2015 sono coinvolte per la prima volta.

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