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Sistemi di ventilazione. G. Meloni ha dovuto fare i conti con la realtà

Che fine hanno fatto i sistemi d di ventilazione?

G. Meloni. In campagna elettorale aveva promesso l’installazione dei sistemi di ventilazione. Purtroppo tra il dire e il fare….
G. Meloni, le sue dichiarazioni sui sistemi di ventilazione
G. Meloni aveva dichiarato in campagna elettorale: “Superare lo stallo della pandemia significa prima di tutto prevenire, ed è inaccettabile che dopo l’acclarato fallimento della sicurezza in ambito scolastico, ancora ci si ritrovi al punto di partenza. Porteremo a livello nazionale modelli virtuosi che nelle Regioni a guida Fratelli d’Italia hanno funzionato, affinché i nostri giovani possano tornare a una vita scolastica normale”
La dichiarazione risultava coerente con altre espresse nei mesi precedenti a settembre. Ne riporto qualcuna. “Presidente Draghi, fin dall’inizio del 2021 Fratelli d’Italia ha proposto di investire nella ventilazione meccanica controllata e non ha mai smesso di chiedere che anche il governo lo facesse… Non so per quale ragione non si sia inteso prendere seriamente in considerazione questa soluzione, nonostante Fratelli d’Italia, pur dall’opposizione, abbia fornito al Governo tutti gli strumenti utili a farlo” (AdnKronos 31 marzo).
“Il Ministro della Salute Speranza e quello dell’Istruzione Bianchi continuano a fare orecchie da mercante – nonostante il moltiplicarsi di appelli da parte di esperti, medici e presidi – abbandonando le scuole al loro destino. Gli istituti italiani si apprestano a vivere il terzo anno consecutivo nel caos e senza sicurezza. Con quale faccia questi signori si presentano a guidare di nuovo l’Italia?“( Pagina Facebook G. Meloni, agosto 2022).
Tra il dire il fare…
Al momento la promessa non ha avuto un seguito. G. Meloni ha dovuto fare i conti con le esigue risorse disponibili. Quindi anche con i paletti imposti dall’Europa.
L’installazione dei sistemi è un operazione complessa. Non può essere limitata alla sola collocazione dei dispositivi.
Occorrono diverse operazioni a monte (test sull’aria, scelta conseguente dei dispositivi…), così come illustrate dalle linee guida pubblicato il 3 agosto 2022.
E non è finita. Occorre adeguare la rete elettrica dei singoli edifici scolastici. La spesa ovviamente e a carico degli Enti locali (Comuni, Province). E in tempi di vacche magre (crisi energetica), l’operazione risulta difficile da attuarsi.
Infine ci sono i costi per la manutenzione e la sostituzione delle parti. Le scuole, ovviamente non possono farsene carico.
In conclusione. Le finestre aperte sono la soluzione più economica. Non certo per la salute dei ragazzi.

Gianfranco Scialpi

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