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Spending Review – Meno fondi per i libri alle famiglie in crisi

Salvo Intravaia

IL GOVERNO taglia i costi della politica regionale ma ci vanno di mezzo gli studenti meno abbienti. È un po’ difficile comprenderne le motivazioni, ma da quest’anno per gli alunni appartenenti alle famiglie che stentano ad arrivare a fine mese, comprare i libri di testo scolastici sarà un problema ancora più grosso dello scorso anno. Perché, mentre con una mano il governo assegna alle scuole 8 milioni di euro per l’acquisto di volumi in comodato d’uso, con l’altra ne taglia 50 che fino al 2012/2013 andavano a rimpinguare il capitolo di spesa che serviva per assegnare un contributo alle famiglie con figli alla scuola media o al superiore per l’acquisto dei libri scolastici. Contributo che viene assegnato ogni anno attraverso le regioni, in base al reddito familiare.

Ma per quest’anno le risorse si sono praticamente dimezzate e il contributo medio per studente in difficoltà passa da 163 euro – con cui era possibile acquistare da 6 a 7 libri – ad appena 85 euro a testa, che bastano a malapena per tre libri al massimo. Il resto dei testi scolastici dovranno sobbarcarselo le famiglie. Si tratta, secondo le stime effettuate dallo stesso ministero dell’Istruzione di più di 647mila studenti, appartenenti a nuclei familiari “con reddito inferiore ad 15.493,71 euro”. Famiglie che abbondano soprattutto nelle regioni meridionali. Nell’anno scolastico 2012/2013 il ministero erogò alle regioni ben 103 milioni di euro che per il 2013/2014 diventano 53.560.000.

Ma è la motivazione della sforbiciata che lascia perplessi. Nel 2012 il governo Monti emanò un decreto legge per tagliare i costi della politica nelle regioni. Una norma che, per il capitolo relativo all’acquisto dei libri di testo per gli studenti meno abbienti, rimase in stand by per qualche tempo. Poi arrivò il governo Letta che lo scorso 29 maggio, attraverso il suo ministero dell’Economia, ha operato “un accantonamento di 49.440.000, effettuato, in via cautelativa, nelle more dell’applicazione dell’articolo 2 del decreto-legge” sul taglio dei costi della politica regionale. Il decreto montiano che intendeva limitare vitalizi, indennità e gettoni di presenza degli amministratori locali finisce così per colpire gli studenti meno abbienti.

È soprattutto nelle regioni meridionali che abita la maggior parte degli studenti meno abbienti, sempre secondo viale Trastevere. Qualcosa come un milione e 721mila studenti di medie e superiori corrispondenti al 41 per cento del totale degli studenti poveri censiti dal

ministero. Le regioni più penalizzate saranno quelle che hanno la percentuale più alta di studenti appartenenti a nuclei familiari in difficoltà rispetto al totale della popolazione scolastica regionale: Sicilia, Basilicata e Campania nell’ordine. In Sicilia, dove gli studenti meno abbienti ammontano al 29,1 per cento, verranno a mancare quest’anno risorse per 8 milioni e 600mila euro. In Campania, gli studenti poveri dovranno accontentarsi di 8 milioni in meno.

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