Gentile Redazione di InformazioneScuola,
da anni assistiamo a una narrazione ormai stanca e ripetitiva: “non ci sono risorse per la scuola pubblica”. Una giustificazione che stride con le scelte politiche concrete, che continuano invece a foraggiare le scuole private, esattamente come avviene nel settore sanitario.
Si tratta di una strategia chiara: smantellare progressivamente il pubblico, impoverirlo, renderlo inefficiente agli occhi dell’opinione pubblica, per poi giustificare il trasferimento di fondi e funzioni al privato. Una logica che nulla ha a che fare con il diritto allo studio e con l’uguaglianza sancita dalla Costituzione.
In questo modo si tenta di cancellare, una dopo l’altra, tutte le conquiste ottenute con anni di lotte: la scuola come ascensore sociale, come presidio di democrazia, come luogo in cui il merito e l’impegno potevano contare più del reddito familiare.
Il rischio, ormai sempre più concreto, è quello di tornare indietro nel tempo, a un Paese in cui studiare bene e curarsi adeguatamente era un privilegio riservato solo a chi aveva i soldi. Un modello ingiusto, discriminatorio e profondamente regressivo.
Difendere la scuola pubblica non è una battaglia ideologica, ma una scelta di civiltà. Continuare a svuotarla di risorse significa compromettere il futuro dell’intero Paese.
Cordiali saluti
Giuseppina M.
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