Il prossimo 20 novembre 2025, la Corte di Giustizia dell’Unione Europea si pronuncerà su una questione di grande rilievo per i docenti italiani con titoli di specializzazione sul sostegno conseguiti all’estero. L’udienza, fissata a Lussemburgo, rappresenta un momento chiave per migliaia di precari che attendono il riconoscimento dei propri percorsi formativi da parte del Ministero dell’Istruzione e del Merito (MIM).
Al centro della discussione vi è l’applicazione della Direttiva 2005/36/CE, che regola il riconoscimento delle qualifiche professionali tra Stati membri. La Corte sarà chiamata a stabilire se un titolo non abilitante nello Stato d’origine possa essere riconosciuto in Italia, qualora il percorso formativo sia equiparabile e siano applicate misure compensative.
Se la decisione sarà favorevole, si apriranno nuove prospettive per i docenti, eliminando gli ostacoli alla libera circolazione delle competenze professionali nell’UE. Questo potrebbe costringere il MIM a rivedere le proprie procedure, garantendo una valutazione più approfondita e conforme alle normative europee.
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