Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani (CNDDU) ha espresso preoccupazione in merito alle recenti notizie riguardanti le spese dell’Autorità Garante per la protezione dei dati personali. Secondo un’inchiesta di “Report”, si parla di costi annui complessivi di circa 50 milioni di euro, con stipendi e indennità che rappresentano l’84% della spesa totale e spese di rappresentanza che sfiorerebbero i 400.000 euro all’anno. Tuttavia, i bilanci ufficiali del Garante non confermano tali cifre.
Nel bilancio consuntivo 2022, le spese di rappresentanza ammontano a soli 2.390 euro. Questa discrepanza solleva interrogativi, spingendo il CNDDU a richiedere maggiore trasparenza. Tra le proposte avanzate, la pubblicazione dettagliata delle missioni, un audit esterno indipendente e l’introduzione di un registro pubblico mensile delle spese.
La vicepresidente dell’Autorità, Ginevra Cerrina Feroni, si è detta disponibile a chiarire la gestione delle risorse. Per il CNDDU, la trasparenza è essenziale per tutelare la fiducia dei cittadini e garantire una gestione etica delle risorse pubbliche. La privacy, diritto fondamentale, deve essere protetta anche attraverso l’integrità istituzionale.
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