L’Inps ha introdotto importanti novità che rafforzano le tutele dei lavoratori in caso di errori legati alla riclassificazione aziendale. Con il messaggio n. 2425, l’ente chiarisce che i dipendenti non saranno più obbligati a restituire le indennità di disoccupazione percepite, qualora l’errore sia imputabile al datore di lavoro.
La riclassificazione aziendale, che può comportare il passaggio dal settore agricolo a quello non agricolo (o viceversa), spesso genera modifiche retroattive nella gestione contributiva. In passato, tali situazioni esponevano i lavoratori al rischio di dover rimborsare somme già ricevute, pur essendo estranei agli errori dichiarativi.
Il nuovo provvedimento stabilisce che la responsabilità ricade esclusivamente sul datore di lavoro. Le indennità percepite non saranno restituite, salvo casi di dolo da parte del dipendente. Inoltre, eventuali richieste di rimborso già avanzate verranno annullate.
Questa misura, fondata sull’articolo 38 della Costituzione, garantisce una protezione economica ai lavoratori in buona fede, mentre l’effetto retroattivo della riclassificazione resta valido solo per l’inquadramento contributivo aziendale. Un passo avanti per tutelare i diritti dei lavoratori italiani.
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