A distanza di tre settimane il Ministro Carrozza abbandona ogni buona intenzione (“O ci sono margini per un reinvestimento nella scuola pubblica oppure devo smettere di fare il ministro dell’Istruzione” 24/5/13) dichiarando nell’audizione in VII Commissione cultura di voler fare del sostegno didattico-educativo il banco di prova della nuova riforma a costo zero del MIUR. L’obiettivo all’apparenza sembra quello di voler contribuire alla qualità della scuola statale garantendo maggiore continuità didattica ai suoi studenti, la finalità esplicitata dallo stesso Ministro, invece, è quella di ridurre il numero dei docenti di sostegno, unica voce di spesa che fino ad oggi i precedenti governi avevano più volte attaccato senza mai riuscire in modo incisivo a tagliare come, del resto, dimostrano i numerosi ricorsi al TAR ai quali sono state costrette le famiglie degli studenti disabili per vedere ripristinato il corretto numero di ore di sostegno o le tante battaglie che conducono ogni anno, a scuola iniziata, molte istituzioni scolastiche per riuscire a strappare agli uffici scolastici regionali qualche cattedre in deroga.
La recente normativa sui BES[1] e la trasformazione delle 27mila cattedre in organico di diritto dovrebbero riuscire a risolvere molti dei problemi creati dalle attuali disposizioni di legge (uno tra tutti il rispetto del rapporto un docente di sostegno per ogni alunno in situazione di gravità). Meno alunni certificati e tutti in carico ai docenti del consiglio di classe uguale meno docenti di sostegno. È il primo passo, sostiene infatti il Ministro Carrozza, per avviare l’organico funzionale a reti di scuole. Ci si dovrebbe chiedere: funzionale a chi? Funzionale al risparmio della spesa pubblica visto il primo preannunciato taglio di 11mila cattedre sul sostegno.
La proposta dell’organico funzionale, come sostengono alcuni sindacati complici, è davvero a costo zero? Stando alla prima tranche di tagli preannunciata sembrerebbe proprio di no. Ed essendo il sostegno il primo banco di prova, tutto lascia presagire che l’organico funzionale in futuro riguarderà anche i docenti curricolari. È possibile pensare che vi siano dei docenti assunti disponibili tuttofare sulla propria classe di concorso, ma anche per le supplenze giornaliere, per le sostituzioni brevi, per i progetti, per i recuperi o per le collaborazioni con il dirigente scolastico?
Oggi, attraverso un nuovo attacco al lavoro e al contratto, si aggredisce in maniera subdola e indiretta il modello di inclusione del nostro Paese nel quale i docenti di sostegno svolgono un ruolo fondamentale. La continuità didattica non può essere garantita attraverso ulteriori tagli del personale e sovraccarico di lavoro per quei docenti che a questi tagli sopravvivrebbero. Perché il Ministero continua a sprecare soldi pubblici negli Invalsi o nel finanziamento alle scuole paritarie private piuttosto che mettere i lavoratori della scuola nelle migliori condizioni possibili per poter realizzare i corretti e adeguati interventi educativi? Come potrà un docente assunto su un organico funzionale a rete di scuole operare al meglio nello spezzatino orario che diventerà la sua cattedra? Quali saranno i costi sociali della nuova normativa sui BES che essendo determinante per la riduzione dell’organico di sostegno lascerà con ogni evidenza molti consigli di classe privi della risorsa fondamentale del docente specializzato sul sostegno?
È il caso di ricordare al Ministro Carrozza le parole da lei pronunciate appena tre settimane fa “Abbiamo bisogno di più insegnanti. Credo che il futuro del nostro Paese si possa giocare con un esercito di nuovi insegnanti, che davvero ci permettano di migliorare la qualità del nostro servizio”. Se ne trovano parecchi di docenti – nell’ordine dei 200mila circa – nelle Graduatorie Ad Esaurimento, sono docenti già formati nei bienni di specializzazione delle SISS, sono vincitori di uno o più concorsi e hanno diversi anni di esperienza alle spalle. Un Ministro dell’istruzione che vuole davvero garantire continuità didattica e qualità del servizio non deve far altro che assumerli a tempo indeterminato in qualità di docenti specialisti della propria disciplina, però, e non come tappabuchi all’interno di un organico funzionale a reti di scuole utile solo a sopperire alle falle create dai tagli delle riforme dei governi precedenti.
E se qualcuno sentisse il bisogno di un nuovo acronimo…
B.I.S.S.! Bisogna Investire nella Scuola Statale!