Il recente aggiornamento delle graduatorie provinciali per le supplenze (GPS) ha scatenato una forte indignazione tra i docenti precari, che si sentono abbandonati e traditi dalle decisioni del ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara. Le nuove misure introdotte stanno creando confusione e scontento, con critiche severe da parte di chi vive quotidianamente la precarietà del sistema scolastico italiano.
Una delle voci più accorate è quella di una docente precaria, che ha espresso il suo disappunto con parole forti: “Concorso da vergogna senza posti, se risulti idoneo non hai concluso niente perché non si formeranno graduatorie. Dove sono i sindacati? Poveri precari nelle mani di chi forse non sa come dovrebbe funzionare la scuola.”
La docente mette in luce un problema cruciale: la mancanza di posti disponibili nei concorsi. Anche se si supera il concorso, non c’è alcuna garanzia di un effettivo inserimento in graduatoria, lasciando i candidati idonei in una situazione di incertezza e frustrazione. Questo processo, secondo lei, è ulteriormente complicato dall’assenza di un adeguato supporto sindacale, lasciando i precari soli e senza una guida efficace.
Un altro aspetto critico sollevato riguarda la specializzazione nel sostegno. La docente evidenzia come coloro che hanno investito tempo e risorse per conseguire una specializzazione si trovino ora a rischio di essere sorpassati in graduatoria da chi ha insegnato senza titolo per tre anni. “Basta seguire un corso. È normale tutto questo?” domanda retoricamente, sottolineando l’iniquità del sistema.
Queste dichiarazioni mettono in risalto un disagio diffuso tra i docenti precari, che vedono il loro impegno e la loro professionalità svalutati da decisioni ministeriali che sembrano non tenere conto delle reali esigenze del sistema educativo. La richiesta di una riforma più equa e trasparente delle modalità di aggiornamento delle graduatorie GPS è sempre più pressante, nella speranza di garantire una maggiore stabilità e giustizia per tutti i docenti.
In un momento in cui l’istruzione dovrebbe essere al centro delle politiche pubbliche, il grido d’allarme dei precari non può essere ignorato. Le loro istanze richiedono un’attenzione immediata e una risposta concreta da parte delle istituzioni competenti, affinché il sistema scolastico possa davvero funzionare in modo efficiente e giusto per tutti.
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