Prima di approfondire i cambiamenti apportati con la Convenzione ONU del 2006, ratificata dal nostro Paese nel 2009, proviamo a capire cosa si intende per disabilità.
Per persone con disabilità si intendono tutti coloro abbiano menomazioni fisiche, mentali, intellettuali o sensoriali durature nel tempo o progressive, che in interazione con barriere di diversa natura ostacolano la normale partecipazione nella società in egual misura con gli altri.
Prima della convenzione Onu, la disabilità era vista più da un punto di vista medico, le persone disabili o portatrici di handicap erano considerate persone a cui mancava qualcosa, l’approccio verso di esse era quindi quello di cercare, rispetto alle loro mancanze, di ottenere risultati il più possibile vicini a quelli delle persone considerate normali. Infatti, anche dal punto di vista riabilitativo si cercava di restituire il più possibile un grado di funzionalità senza badare al benessere della persona.
Dopo la Convenzione il concetto subisce un notevole cambiamento, le persone diversamente abili non vengono più considerate una categoria assestante ma si stila una carta dei diritti di tutte le persone che nel corso della vita per svariati motivi possono diventare disabili, questa carta prevede il trattamento della disabilità non solo dal punto di vista medico ma secondo il modello bio-psico-sociale che favorisca la piena ed effettiva partecipazione all’interno della società.