Il 10 luglio, sotto il sole cocente di Roma, la FLC CGIL e il blog Il Prof. Specializzato hanno organizzato un presidio davanti al Ministero dell’Istruzione per esprimere la loro opposizione ai corsi INDIRE. Al centro delle critiche vi è la richiesta di assegnare un punteggio inferiore ai titoli conseguiti attraverso questi corsi rispetto a quelli ottenuti tramite il TFA ordinario. Tuttavia, questa posizione solleva dubbi e appare basata su pregiudizi piuttosto che su un’analisi obiettiva.
I corsi INDIRE rappresentano una novità nel panorama formativo italiano, mirata a riconoscere le competenze di due categorie specifiche di docenti: coloro che possiedono titoli europei e quelli con anni di esperienza nel sostegno agli studenti con disabilità. Questi percorsi non sono una scorciatoia, ma un’opportunità di aggiornamento professionale per insegnanti già qualificati, spesso provenienti da università europee di prestigio come quelle in Romania, Spagna o Bulgaria.
Nonostante ciò, la FLC CGIL ha espresso una posizione critica, sostenendo che i corsi INDIRE siano meno formativi rispetto al TFA ordinario. Tuttavia, questa affermazione appare infondata, considerando che i corsi INDIRE sono progettati per valorizzare esperienze e qualifiche già consolidate. Inoltre, non esiste alcuna evidenza che questi percorsi possano compromettere la qualità dell’inclusione scolastica; al contrario, i docenti coinvolti sono già parte integrante del sistema educativo italiano.
Un altro punto controverso riguarda il mancato riconoscimento dei titoli europei da parte del Ministero italiano. Questo problema, che ha radici nella mancata applicazione delle normative europee sulla libera circolazione delle professioni, è stato finalmente affrontato grazie al nuovo decreto. I corsi INDIRE cercano di sanare questa ingiustizia, offrendo una soluzione concreta a chi è stato penalizzato da anni di negligenze istituzionali.
Le critiche mosse dalla FLC CGIL e dal blog Il Prof. Specializzato sembrano più orientate a difendere privilegi acquisiti che a promuovere un sistema educativo equo e inclusivo. È fondamentale superare pregiudizi e stereotipi per valorizzare tutte le qualifiche e le esperienze che contribuiscono al miglioramento dell’offerta formativa.
In conclusione, i corsi INDIRE rappresentano un passo avanti verso un sistema scolastico più giusto e rispettoso delle diversità professionali. La qualità dell’inclusione scolastica dipende dalle competenze e dalla dedizione dei docenti, non dal percorso formativo specifico. È necessario che il dibattito pubblico si concentri su soluzioni reali e non su polemiche infondate.
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