Intervistiamo Emilia Mezzatesta docente di scuola primaria e candidata nelle liste Noi Scuola Bene Comune per le elezioni del CSPI del 7 maggio.
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Perché ha accettato di candidarsi a una elezione in cui nelle liste i sindacati tradizionali sia confederali, sia autonomi sia di base scelgono dei sindacalisti di professione e/o militanti?
Il mio primo contatto con il sindacato NOI SCUOLA è avvenuto nel 2019, quando sono entrata di ruolo a Rocca Imperiale (CS) ed ho conosciuto Giovanna Testa, una collega che, fin da subito, mi ha colpita per la sua determinazione e la sua fermezza nel difendere i diritti dei lavoratori.
Attraverso Giovanna “ho scoperto” che Noi Scuola è un sindacato apartitico e indipendente, che non fa sconti a nessuno e che si batte con tenacia per la giustizia e l’equità nel mondo della scuola.
Per questa ragione quando mi è stato proposto di candidarmi per il rinnovo del CSPI nella lista “Noi Scuola Bene Comune” ho accolto la proposta con entusiasmo perché i valori e le idee di questo sindacato rispecchiano pienamente la mia visione dell’istruzione come bene comune da difendere e valorizzare.
In conclusione credo che NOI SCUOLA rappresenti la voce di chi, come me, desidera un’istruzione di qualità per tutti gli studenti e un ambiente di lavoro sereno e gratificante per tutti i docenti.
Quali sono i problemi che giornalmente affronta nell’esercizio della sua professione?
Da docente che si interfaccia quotidianamente con i problemi della scuola, ritengo che il più pericoloso sia il burnout dell’insegnante. La figura dell’insegnante nel tempo è stata svilita, sminuita, declassata facendole perdere di autorevolezza. La professione docente è spesso sottovalutata e sottopagata, con carichi di lavoro eccessivi e scarsa considerazione sociale. Questo può portare al burnout, con gravi conseguenze sulla salute fisica e mentale degli insegnanti.
Inoltre il sistema scolastico italiano è soggetto a frequenti riforme, spesso attuate senza un’adeguata pianificazione o consultazione con gli insegnanti. Questo crea instabilità e disorientamento, rendendo difficile per gli insegnanti programmare il loro lavoro e per gli studenti seguire un percorso di apprendimento coerente.
I docenti lamentano un’eccessiva burocrazia nella scuola primaria , lei cosa ne pensa soprattutto cosa pensa della valutazione nella scuola primaria?
Il sistema scolastico italiano è soggetto a un numero elevato di norme e leggi, che richiedono agli insegnanti di compilare moduli e documentazione per dimostrare la loro conformità.
Inoltre spesso le scuole spesso non dispongono di personale amministrativo sufficiente per gestire la mole di lavoro burocratico, caricando così gli insegnanti di ulteriori incombenze.
Per queste ragioni gli insegnanti sono sempre più spesso oberati da compiti burocratici, che tolgono tempo all’insegnamento e all’interazione con gli studenti rendendo il lavoro stressante e poco proficuo.
Un lavoro inutile che spesso nessuno guarda, valuta. Tempo ed energie che potrebbero essere impiegati a produrre contenuti e a creare un clima sereno e distensivo per poter ottimizzare l’apprendimento degli alunni.
Parliamo del sistema di valutazione? Diventa sempre più difficile attuare una valutazione congrua, specie se affidata alle prove Invalsi. Valutare stili di apprendimenti differenti con un sistema di valutazione come quello che attualmente abbiamo nel nostro sistema d’ istruzione è un continuo stillicidio. Si parla d’ inclusione, di rispetto delle differenze ma poi non si hanno gli strumenti per poter operare con equità e con la giusta misura.
Lei appartiene alla scuola militante, lei ogni giorno entra in classe , ci descrive la sua esperienza di insegnante e ancora, sempre secondo la sua esperienza, in questi anni i sindacati le sembrano essere stati vicini alla scuola reale?
Ogni giorno varco la soglia dell’aula con entusiasmo e dedizione, portando con me la mia passione per l’insegnamento e la mia esperienza come Art Coach in intelligenza emotiva.
Grazie alla formazione in arti terapie, ho trasformato le mie classi in oasi di armonia e allegria, dove l’apprendimento si mescola al gioco e alla creatività.
Non sono più l’insegnante austera di un tempo, ma una guida empatica e solare, come spesso mi definiscono i miei alunni.
Vivo la scuola come un luogo di vita e di crescita, dove il bello e la gentilezza prendono vita.
Purtroppo, nel corso della mia carriera mi sono imbattuta in una realtà sindacale spesso distante dalla scuola reale.
Ho assistito ad atteggiamenti arroganti da parte di alcuni esponenti sindacali, che hanno alimentato in me una sorta di diffidenza verso le grandi sigle.
Desideravo un sindacato che fosse vicino ai docenti, che capisse le loro esigenze e che si battesse per i loro diritti in modo concreto.
Non trovando ciò che cercavo, ho deciso di intraprendere un percorso diverso, diventando dirigente di una cooperativa sociale.
In questo contesto, ho avuto la possibilità di aprire servizi educativi e di formazione insieme ad altre giovani maestre.
Trent’anni di esperienza nel sociale mi hanno permesso di sviluppare competenze trasversali che oggi ritengo preziose.
Sono sicura che il mio bagaglio professionale e la mia passione per la scuola sarebbero un valore aggiunto se dovessi essere eletta al CSPI .
In questo nuovo sindacato ho finalmente trovato la sintonia e l’impegno che desideravo da tempo.
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