BUSTO ARSIZIO – Il liceo “Marco Pantani” fa scuola in Italia: l’istituto di via Varzi è infatti il modello dell’indirizzo sportivo ora inserito nella riforma dell’istruzione superiore.
Si tratta di un progetto formativo che a Busto Arsizio è una realtà da ormai dieci anni: unico liceo dello sport attualmente presente sul territorio della provincia di Varese e dell’Alto Milanese, la scuola intitolata al campione di ciclismo rappresenta il prototipo del nuovo percorso scolastico, il cui regolamento è stato definito da un’apposita commissione ministeriale. Commissione della quale ha fatto parte sin dall’inizio Mauro Ghisellini, direttore del “Pantani”.
Il suo ruolo in seno all’équipe tecnica è stato dunque particolarmente significativo. Lo dimostra il fatto che la proposta formativa del liceo scientifico sportivo “Pantani” ha proprio lo scopo indicato dalla nuova normativa: l’obiettivo è quello di rispondere alle esigenze degli studenti che praticano attività agonistica, spesso ad alti livelli, ma anche di tutti i ragazzi che amano lo sport, aiutandoli a conciliare questa loro passione con l’impegno scolastico. Tant’è vero che il piano di studi previsto dal regolamento ministeriale rispecchia esattamente quello del “Pantani”, che punta sull’educazione alla pratica delle diverse discipline sportive, attraverso lezioni tenute da specialisti. Si spiega così l’assenza del latino, sostituito dalle materie d’indirizzo: si svolgono infatti numerose ore settimanali di educazione fisica e attività motoria, insieme ad altre materie caratteristiche quali diritto ed economia dello sport. Una particolare attenzione è inoltre dedicata alla lingua inglese: nell’ambito delle attività curricolari, agli alunni viene perciò garantita, anche grazie all’intervento di insegnanti madrelingua, la preparazione necessaria a superare gli esami per il conseguimento delle certificazioni linguistiche internazionali Cambridge.
Agli studenti, come spiega Ghisellini, «viene garantita una formazione a tutti gli effetti liceale e allo stesso tempo la possibilità di coniugare scuola e sport, senza costringere i ragazzi a rinunciare al loro impegno atletico, che viene anzi valorizzato al massimo da questo indirizzo scolastico». Si tratta comunque di «una proposta ad ampio raggio, adatta anche a studenti che non praticano una specifica disciplina sportiva e attenta alle esigenze dei disabili».