Il contratto integrativo relativo alla mobilità dopo oltre un mese dalla sua apertura ufficiale è ancora irrisolto per quanto riguarda la questione dei vincoli.
Le posizioni del Ministero e dei Sindacati (Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals e FGU) sono al momento in cui scrivo ancora distanti, malgrado la disponibilità ad un dialogo costruttivo da parte dell’amministrazione rispetto al prendere o lasciare dello scorso mese di gennaio, tuttavia nell’immediato non si vede la possibilità di un esito positivo al problema.
Questo è quello che emerge dai report dei sindacati presenti al tavolo che si riunisce ogni mercoledì, l’ultimo incontro si è svolto però lo scorso martedì.
In pratica le posizioni divergenti riguardano i trasferimenti dei docenti immessi in ruolo quest’anno con decorrenza giuridica ed economica 1.9.2022.
Per i sindacati di comparto essi possono presentare domanda di trasferimento provinciale e interprovinciale al pari di tutti gli altri docenti assunti in ruolo negli anni precedenti, per il Ministero invece i neo immessi in ruolo 22/23 sarebbero vincolati per tre anni nella scuola in cui sono stati immessi in ruolo e quindi non possono presentare la domanda di trasferimento per il 23/24.
Il riferimento normativo a cui fa riferimento il Ministero è l’art.13 comma 5 del D.lvo 59/2017 come sostituito dal DL 36/2022 convertito nella legge n.79 del 29.6.2022.
Per l’aninistrazione il DM 36/2022 è da applicare alla mobilità 23/24 per i neo immessi in ruolo, per i sindacati invece è applicabile solo per gli immessi in ruolo in quanto vincitori dei concorsi che in futuro saranno banditi, ai sensi del DM 36 e che riguarderanno esclusivamente i docenti della scuola secondaria di primo e di secondo grado, quindi dal DL 36 resterebbero fuori gli immessi in ruolo dalle graduatorie dei concorsi ordinari della scuola dell’infanzia e della scuola primaria nonché gli immessi da graduatorie finalizzate al reclutamento.
Dal punto di vista dell’interpretazione letterale il DM 36/2022 a cui fa riferimento il Ministero appare insufficiente per imporre il vincolo triennale a tutti i docenti neo immessi in ruolo a qualunque titolo nelle scuole di ogni ordine e grado lo scorso primo settembre.
Da qui, in mancanza di una norma chiara, la situazione di stallo sui vincoli si protrae ormai da metà ottobre.
Possibile soluzione
La soluzione è politica, manca una norma che estenda a tutti i docenti le disposizioni sui vincoli previste dal DL 36/22 come intenderebbe fare il Ministero.
A questo punto l’unica soluzione praticabile sarebbe la riscrittura del CCNI, tenendo conto per tutti i docenti, ivi compresi gli immessi in ruolo dall’1.9.2022, dei soli vincoli contrattuali di cui all’ art. 22 comma 4 lettera a1 del CCNL del 19.4.2018 da confermare nella parte normativa del CCNL 19/21.
Su questa linea si pone anche l’emendamento presentato al Senato dai Fratelli d’Italia al Decreto Legge Aiuti Quater a firma Bucalo, Iannone e altri, con l’inserimento dell’art.13 bis che all’ultimo comma recita: ” Per l’anno 2023/24 e nelle more del rinnovo del CCNI sulla mobilità del personale docente, educativo e ATA, sono sospesi i vincoli sulla mobilità in deroga alle norme vigenti”.
Lunedì si inizia con l’esame di questo e di altri emendamenti nella quinta commissione del Senato.
Mi auguro che presto si possa addivenire a una soluzione definitiva e positiva del problema dei vincoli nella mobilità del personale della scuola e che la materia venga restituita nella sua interezza alla contrattazione senza più incursioni da parte del Legislatore come è accaduto nella diciottesima legislatura con la legge 159/2019 e 106/2021 e con il DM 36 convertito nella legge 79/2022.
Libero Tassella SBC
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