A partire dal 2026, chi gestisce un’attività dovrà far dialogare il registratore telematico col terminale dei pagamenti. Non sarà più possibile operare senza questa connessione tra strumenti digitali. La norma arriva direttamente dalla legge finanziaria dell’anno precedente.
L’intento? Rendere ogni movimento di denaro più trasparente rispetto al passato. Anche le piccole botteghe si troveranno a dover adeguarsi entro la scadenza prevista. Niente multe subito, però tutto deve essere pronto quando scatterà la nuova data. Ogni vendita segnata sulla macchina contabile dovrà corrispondere a una traccia sul sistema pago. È una spinta verso sistemi meno opachi, anche se non mancheranno intoppi pratici. Il governo punta su dati immediati piuttosto che su controlli a campione successivi. Chi incassa dovrà mostrare maggiore attenzione già nel momento della ricezione del saldo.
Collegarsi è facile, zero interventi su cavi né programmi da installare. I titolari entrano nell’area dedicata “Fatture e Corrispettivi”, quella del sito dell’Agenzia delle Entrate. Lì si abbina il numero di serie del registratore alle casse che accettano pagamenti digitali. Entro 45 giorni dall’avvio – in arrivo a marzo 2026 – serve aver completato tutto.
Tuttavia, certi negozi – prendiamo tabaccherie o edicole – non tenuti all’uso del registratore di scontrini rischiano intoppi. Di fronte a situazioni simili, l’Agenzia delle Entrate spedirà comunicazioni su possibili irregolarità, chiedendo spiegazioni prima di procedere con verifiche più approfondite.
Chi non segue le norme rischia multe fino a mille euro ogni tre mesi, un dettaglio che mostra quanto conti stare al passo con le modifiche senza incappare in grattacapi col fisco.
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