Il contratto della scuola è fermo al triennio 2006/2009, in questi giorni si parla di rinnovo.
Le cifre messe a disposizione dal governo per il rinnovo del contratto sono esigue, una mancetta che avrà sicuramente un riscontro alettorale negativo (vedi prossimo Referendum n.d.r.).
Le cattive notizie, tuttavia, non si fermano qui: la Giannini nel rinnovo vuole inserire a tutti i costi la carriera dei docenti o se preferite il “merito”, una strategia ormai chiara e utile solo a ripartire i pochi spiccioli in maniera diversificata in modo da poter dichiarare che i più bravi avranno un aumento sostanzioso e i meno bravi le briciole, ma la domanda che si pone la scuola è la solita: chi sono i più bravi?
Insomma la vecchia idea berlusconiana e contestata dalle opposizioni (il PD allora era all’opposizione n.d.r) e dai sindacati sta vedendo la luce per mano degli (finti?) oppositori di un tempo. Presto vedremo insegnanti di serie A, quelli di serie B e quelli di serie C e secondo il nostro modesto parere a rimetterci saranno sempre gli studenti.
Questa della diversificazione degli stipendi non è altro che l’ultimo atto della riforma Tremonti che aveva messo fine agli scatti agli statali salvando solo la scuola, non perché colto da buonismo, ma perchè non poteva intervenire se prima non fosse approvata la legge di riforma del comparto.