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SBC: il governo non può aprire le scuole non in sicurezza per propaganda. Ora è il caos

Si sente dire sempre più spesso dagli “aperturisti” a tutti i costi: si vogliono le scuole chiuse, mentre palestre e le altre attività pomeridiane in cui sono coinvolti i ragazzi restano aperte e in questo si vuole segnalare la contraddizione di coloro che vorrebbero o meglio avrebbero voluto le scuole chiuse durante questo picco di contagio almeno per due o tre settimane..

Ovviamente la risposta è banale, non si chiudono le altre attività per le stesse ragioni per cui non si chiudono le scuole.

Aggiungo però che le scuole sono gli unici ambienti in cui un numero più o meno alto tra studenti docenti e Ata restano in uno stesso luogo chiuso per più ore al giorno dalle 5 alle 6 e in una situazione costante di relazioni interpersonali che si realizzano attraverso il linguaggio verbale e prossemico che sono o potrebbero essere fonte di contagio.

Gli stessi protocolli pensati sulla carta sono poi difficili da realizzare alla lettera nelle aule, si pensi al distanziamento nell’infanzia o nella primaria, ma anche nella secondaria, si pensi solo che è la voce il principale mezzo di comunicazione nelle classi tra docenti e alunni, tra alunni e docenti e tra alunni.

Ignorare tutto questo è ignorare la realtà delle scuole ed è la strada che ha scelto il governo Draghi in questa congiuntura

Alla realtà il Governo ha preferito purtroppo la propaganda e i giornali e le televisioni allineati sono stati impegnati nei primi giorni di gennaio in un’operazione di rassicurazione dell’opinione pubblica sulla sicurezza nelle scuole, laddove studenti, docenti, ATA, 2500 Dirigenti su 8000 firmatari di un appello e genitori sanno due cose certe : che le scuole non sono affatto sicure per le carenze più volte denunciate e che ben due governi con due ministri dell’Istruzione, in perfetta continuità tra loro, nulla hanno fatto per la sicurezza nella scuola in questi due anni di pandemia.

Come SBC abbiamo previsto fin dal 23 dicembre, visti i dati del contagio nelle scuole, tutto quello che poi sarebbe accaduto dal 10 gennaio in poi, una scuola aperta de iure ma chiusa o semichiusa de facto, con una regolamentazione per decreto tra quarantene, DAD e DID di difficile e burocratica gestione e applicazione , un caos annunciato che non permette ora di fruire compiutamente del servizio scolastico, laddove si poteva fermare la scuola in presenza per un mese e procedere con la DAD, semmai rivista e corretta dopo due anni di pratica eliminando storture e discrasie come quella della riproposizione della lezione tradizionale a distanza per lo stesso numero di ore.

Lo esigeva il buon senso ma si sa le scelte di buon senso confliggono con le attuali scelte governative di tipo ideologico che sembrano incomprensibili se non si leggono alla luce della propaganda del Governo così come è stata palesata dallo stesso Draghi nella sua addomesticata conferenza stampa di qualche giorno fa.

La scuola si apre ma è lasciata a sé stessa, si mandano alla guerra docenti, dirigenti, studenti a mani nude come si inviarono al fronte russo i soldati dell’ARMIR nel 1941 con le suole di cartone nella seconda guerra mondiale. La solita italietta ipocrita e cialtrona.

Libero Tassella SBC

Con la concessione del diretto interessato, pubblichiamo la sentenza

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