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SBC: Valditara sul reclutamento la pensa come Bianchi. Una visione miope che non sa capire le esigenze della scuola reale

Per SBC il ministro Valditara sul reclutamento ha una visione miope

Valditara conferma in una sua dichiarazione il reclutamento previsto dal DL 36,confermare tout court la linea di Bianchi contraddice le posizioni della stessa Lega e di FdI all’opposizione nella diciottesima legislatura.

Del resto il reclutamento inserito nel PNRR di Draghi nella scuola secondaria era studiato per favorire l’interesse della casta degli universitarii da cui proviene Valditara e da cui proveniva lo stesso Patrizio Bianchi.
Una casta molto potente in Parlamento insieme a quella dei formatori che gestiscono la formazione in ingresso e in itinere nella scuola italiana, cito ad esempio recentemente abbiamo assistito all’affare dei 24 da conseguire entro il 31 ottobre previsti dal DL 36.

Ribadire la complessità cervellotica del reclutamento previsto nel PNRR dal Governo Draghi nella scuola secondaria al posto della sua semplificazione e della necessità impellente di una fase transitoria per tutti gli ordini e gradi di scuola che faccia leva sul servizio prestato, a volte di decenni e su strutture snelle di stabilizzazione è motivato per SBC da 4 ragioni sinteticamente elencate :

1) Rendere strutturale il precariato nella scuola, attestandolo sulle 200.000 unità di supplenti, per motivi di risparmio, il precario percepisce sempre lo stipendio iniziale anche con ritardo e ha poche tutele contrattuali, ad esempio non ha diritto alla ricostruzione di carriera.

2) Non considerare, per una visione miope del futuro, la necessità sempre più impellente di insegnanti stabilizzati, nei prossimi 5 anni andranno in pensione 250.000 insegnanti da rimpiazzare, 500.000 nei prossimi 10 anni, tra 15 anni, con una riduzione del 30% della popolazione trovare persone disposte a svolgere il lavoro di insegnante come altri lavori sarà impossibile, quindi sarà necessario oggi senza perdere tempo stabilizzare i trentenni e i quarantenni.

3) Il flusso di insegnanti dal Sud e dalle Isole verso il Nord e il Centro Italia si sta esaurendo, ormai non solo per motivi familiari ma anche economici, non conviene lavorare nella scuola al Nord per essere poveri.

4) Il lavoro dell’insegnante sottopagato e sottostimato diventerà sempre meno attrattivo per le nuove generazioni poco sensibili alla retorica del missionario, dell’impegno civile o del lavoro più bello del mondo.

Il tempo delle favole è passato. Pare ma pare che i Ministri dei governi che si susseguono siano legati a interessi particolari, di gruppi e di consorterie e tutto questo non lo prendano neppure in considerazione.

Del resto il Ministro dell’Istruzione e ora anche del Merito, suddito del Mef,deve fare in modo di parlare molto, di fare poco, di tagliare e risparmiare e stabilizzare i docenti costa allo Stato un costo fino a questo momento puntualmente rinviato.

Libero Tassella SBC

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