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STIPENDI – SIDI KO E NATALE POVERISSIMO PER DOCENTI ED ATA

E’ l’ennesima vergogna italiana di uno Stato che a parole risulta essere all’avanguardia e in ripresa, nei fatti è zeppo di falle e giustificato dagli annunci propagandistici. E’ l’Italia, bellezza! Un’Italia che lascia la Sua parte migliore senza stipendi e senza la possibilità di trascorrere le feste serenamente. La causa è da ricercare nelle casse statali vuole, ma anche nel sistema SIDI che a quanto pare è fuoriuso. A fare il punto è Carlo Forte.

I supplenti che non hanno ancora ricevuto lo stipendio lo avranno a gennaio. Lo ha fatto sapere il ministero dell’istruzione con una nota inviata alle scuole ieri. Il dicastero di viale Trastevere ha spiegato che la liquidazione delle spettanze avverrà «sulla base delle disponibilità finanziarie presenti nell’anno 2016».
E ha ordinato ai dirigenti scolastici di effettuare l’autorizzazione delle rate dei contratti che verranno elaborati progressivamente dal sistema. Il tutto a decorrere dal 21 dicembre prossimo venturo ed entro e non oltre il 28 dicembre.

Secondo quanto riportato dal ministero nella nota del 21 dicembre, il rispetto di questi termini consentirà di completare tutte le procedure per l’erogazione delle competenze arretrate in tempo utile per l’emissione di gennaio. E per rientrare nei tempi, il ministero ha richiamato l’attenzione dei dirigenti scolastici «sulla necessità di inserire tempestivamente nel sistema Sidi gestione contratti tutti i contratti di supplenza breve e saltuaria ricadenti nel periodo in oggetto».

In buona sostanza, dunque «si deve attingere alle risorse del prossimo anno», spiega a ItaliaOggi, Pino Turi, segretario generale della Uil Scuola «evidentemente perché ricadano sull’esercizio finanziario 2016, per mancanza di copertura su quello del 2015. Una circostanza ampiamente prevedibile che si è fatta ricadere sui supplenti, lasciandoli senza stipendio». E comunque «c’è ben poco da stare allegri», commenta Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, «perché, dopo aver lavorato per quattro mesi, 25mila precari trascorreranno comunque il Natale senza aver ancora percepito un euro». La situazione è talmente grave che il 10 dicembre scorso, i 5 sindacati rappresentativi del comparto scuola, Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda hanno preso carta e penna ed hanno scritto al ministro, chiedendo un incontro.

Resta il fatto, però, che la liquidazione tardiva delle spettanze retributive non libera il dicastero di viale Trastevere da eventuali responsabilità, per effetto delle quali i diretti interessati avrebbero comunque titolo ad adire il giudice. Che può procedere anche con procedimento sommario e inaudita altera parte. In pratica, i docenti interessati potrebbero far valere in giudizio il contratto individuale di lavoro, che indica anche la retribuzione spettante.

E il giudice potrebbe condannare l’amministrazione a pagare senza che vi sia alcuna necessità che si costituisca in giudizio.

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