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Al via le nuove scuole serali, novità in vista per la formazione degli adulti

Nuova istruzione degli adulti e scuole serali al via tra un anno e mezzo. Intanto, da settembre prossimo saranno avviati i progetti assistiti grazie all’attuazione del regolamento sui nuovi centri provinciali istruzione per gli adulti (CPIA), a cui lavorerà il comitato tecnico nazionale insediatosi il 20 marzo.

Pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 15 febbraio, il regolamento, spiega il sottosegretario all’istruzione Elena Ugolini , «ha lo scopo di mettere a sistema l’ esperienza dei centri territoriali permanenti e dei corsi serali e dare strumenti concreti per valorizzare il capitale umano delle persone che vivono e lavorano nel nostro Paese». Primo passo verso la riorganizzazione dei percorsi di istruzione degli adulti l’avvio del comitato tecnico, un gruppo composto dai diversi attori dell’apprendimento permanente. Tutti, Miur, dirigenti e docenti esperti di istruzione per gli adulti, regioni ed enti locali, ministeri dell’economia e delle finanze, del lavoro e delle politiche sociali, organizzazioni sindacali, lavoreranno lungo 5 diverse direzioni: percorsi di primo e di secondo livello istruzione, percorsi nelle carceri, strumenti di flessibilità, assetti organizzativi, accordi di rete. Obiettivo: stilare un documento di riferimento che accompagnerà la messa a sistema dei CPIA nell’anno scolastico del 2014/2015, dopo averne avviato i progetti dal 1 settembre 2013. I centri territoriali saranno istituzioni scolastiche dotate di una propria autonomia organizzativa, didattica e gestionale per poter progettare e proporre un’offerta formativa più flessibile e personalizzata, anche attraverso accordi di rete stabili . Lo scopo è consentire a tutti di poter conseguire dei titoli di studio di primo e di secondo livello, «attraverso dei patti formativi individuali capaci di valorizzare le competenze già acquisite e di conciliare i tempi del lavoro e della famiglia», spiega la Ugolini. Quindi, licenza media, certificazione delle competenze di base connesse con l’obbligo scolastico, percorsi di istruzione tecnica e professionale per l’ammissione al secondo anno o all’ultimo e per l’acquisizione del diploma in questi istituti. I CPIA diventano così una risposta concreta per le migliaia di neet, ragazzi tra i 16 e i 29 anni che non studiano, non lavorano e non sono in cerca di un’occupazione. Ma anche uno strumento per la riqualificazione professionale di chi ha perso il lavoro. Oltre a un luogo di alfabetizzazione linguistica per gli stranieri e di formazione nelle carceri, rispondendo ad un bisogno diffuso di coesione sociale. In una parola, sono parte importante dell’apprendimento permanente, che ha visto un passo in avanti nella pubblicazione del decreto legislativo sulla certificazione delle competenze del 15 febbraio. L’ultimo rapporto sulla formazione continua dell’Isfol, infatti, mostra un calo degli adulti 24-64enni in istruzione o formazione: dal 6,2% del 2010 al 5,75 del 2011, percentuale distante dall’obiettivo europeo del 12% e dalla media comunitaria dell’8,9%.

ItaliaOggi

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