Con il comma 5 dell’articolo 25 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165 i docenti collaboratori del dirigente scolastico hanno assunto una loro identità e, nel corso di questi 20 anni di autonomia scolastica, hanno indiscutibilmente consolidato l’importanza della loro presenza nella scuola, senza però avere ancora oggi un inquadramento contrattuale: restano abitanti sospesi della terra di mezzo impegnati quotidianamente in un diversamente indaffarato lavoro docente.
Il Patto per l’innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale sottoscritto lo scorso mese di marzo ha evidenziato la necessità di avviare una nuova stagione di relazioni sindacali e di portare a compimento i rinnovi contrattuali del triennio 2019-2021 con la previsione di una nuova e moderna Pubblica Amministrazione fondata sulla valorizzazione delle persone, sui percorsi di crescita e aggiornamento professionali.
Al punto 3, infatti, si legge che, con i contratti collettivi del triennio 2019-2021, si dovrà procedere all’adeguamento dei contratti alle nuove figure, valorizzando le professionalità non dirigenziali dotate di competenze specialistiche acquisite negli anni, anche tramite opportune modifiche legislative.
D’altronde il legislatore già al comma 16 dell’art. 21 della Legge 59/1997 ha sancito che – fermo restando l’unicità della funzione docente e UNITAMENTE al conferimento della qualifica dirigenziale ai capi d’istituto – fosse prevista l’individuazione di nuove figure professionali del personale docente.
In questo quadro deve trovare attenzione la valorizzazione di tutto il personale scolastico, compresi i collaboratori del dirigente scolastico e le figure di sistema, e il rinnovo del sistema di progressione economica finalizzata al riconoscimento – oltre dell’azione didattica – delle competenze professionali acquisite, dell’esperienza professionale maturata, della quantità e qualità del lavoro prodotto.
Nel nuovo CCNL deve, dunque, trovare una definita allocazione la figura professionale del collaboratore del dirigente individuato ai sensi del comma 5 art. 25 del D. Lvo 165/2001 al fine di dare risposta alla domanda di valorizzazione professionale ed economica in accordo all’art. 36 della Costituzione Italiana!
“Dopo cinque anni di battaglie da parte di Ancodis – dichiara il Presidente Rosolino Cicero –attendiamo un segnale chiaro da parte del Ministro Bianchi poiché anche nel Comparto dell’Istruzione occorre fare quel salto di qualità che possa riconoscere le alte professionalità della scuola nelle quali includere anche i collaboratori del dirigente scolastico”.
Il prossimo primo febbraio sarà finalmente il momento della chiarezza.
“Siamo in attesa di leggere l’Atto di indirizzo – continua Cicero – nel quale Ministro e OO.SS non possono più “nascondere” il LAVORO di alto profilo di migliaia di donne e uomini di scuola. Nel caso contrario, non si potrebbe esitare dall’affermare che ci troveremmo di fronte all’ennesimo sgarbo alla loro professionalità e alla lealtà dimostrata verso le comunità scolastiche per le quali lavorano”.
“Da parte del Ministro Bianchi ci aspettiamo – conclude il presidente Cicero – l’attenzione verso coloro che possiamo definire docenti diversamente impegnati e che contribuiscono QUOTIDIANAMENTE all’efficiente funzionamento organizzativo e didattico delle scuole autonome italiane. L’Associazione nazionale dei collaboratori dei dirigenti scolastici in questi 5 anni ha cercato di infrangere il MURO dell’indifferenza di politici e dei sindacati. Siamo convinti di esserci riusciti ma siamo consapevoli che ancora dobbiamo infrangere un MURO CULTURALE – più imponente – in chi oggi si occupa di scuola e ha in mano il futuro della scuola”.
Ancodis
L’ANCoDiS sostiene il riconoscimento giuridico e contrattuale dei Collaboratori dei DS e figure di sistema che lavorano nelle autonome Istituzioni scolastiche.
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