L’ennesima strigliata all’Italia arriva dalla Commissione europea e chiama in causa i tagli all’istruzione attivati tra il 2010 e il 2012. Il bilancio della scuola, dalla materna alle superiori, è stato tagliato del 10,4%, c’è stata una riduzione di 100 mila cattedre e una sforbiciata dei conti anche per le università per un ammontare del -9,2% in due anni. Mentre in Italia il numero degli insegnanti è calato dell’11,1%, in Germania è cresciuto del 13%, così come in Finlandia, Svezia e Norvegia. Questi sono i risultati delle politiche nefaste portate avanti prima dal governo Berlusconi e poi da Monti, alle quali l’Italia dei Valori si è sempre opposta. Adesso occorre voltare pagina perché investire nell’istruzione e nella cultura significa dare speranza al Paese e garantire un futuro ai giovani. Noi non ci arrendiamo e continueremo a batterci affinché venga difeso il diritto allo studio inciso sulla Carta dai nostri padri costituenti.
Antonio Di Pietro (IdV) – L'Unione Europea striglia l'Italia per i pesanti tagli alla scuola
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