Le fasi B e C, definite dai più come la peggior deportazione di precari di tutti i tempi, stabiliranno l’assegnazione delle cattedrale in ruolo probabilmente lontane dalle proprie province. Tali fasi saranno gestite in maniera telematica, sarà un cervello e ad assegnarle e chi si rifiuta verrà depennato da tutte le graduatorie. Ma come funziona il cervellone? Lo spiega nell’articolo che segue Salvo Intravaia.
Ecco l’algoritmo che guiderà il cervellone ministeriale nella scelta della sede. In attesa della fase B del Piano di assunzioni della Buona scuola, i precari fanno i conti con un possibile trasferimento in un’altra regione. Soprattutto al Sud, dove abbondano inclusi nelle graduatorie ad esaurimento e idonei all’ultimo concorso a cattedre, quello del 2012, e scarseggiano i posti. In ansia per la mail che troveranno nella posta elettronica il primo o il 2 settembre quasi 60mila precari che hanno presentato domanda entro il 14 agosto scorso. Giacché, dei 72mila totali, 3mila sono stati assunti nelle fasi zero e A e altri 10mila sono insegnanti di scuola dell’infanzia che per le assunzioni si sono fermati alle prime due fasi: B e C. Che metteranno a disposizione circa 74mila cattedre in tutto, ma che già si sa non sarà possibile coprire totalmente per mancanza di iscritti nelle graduatorie ad esaurimento e dei concorsi. Probabilmente resteranno scoperte 15-20mila cattedre.
Ma il sistema informativo come sceglierà la sede per le fasi B e C? E’ forse questa la domanda che ricorre maggiormente tra gli interessati, perché è la prima volta che l’assunzione avverrà online senza la possibilità di controllare che ci siano errori nelle assegnazioni delle sedi. Nei giorni scorsi, per attenuare il temuto esodo dal Sud al Nord di migliaia di precari, i tecnici ministeriali hanno cercato di adottare soluzioni che accontentassero tutti gli attori in campo. Hanno dapprima emanato la circolare sulle supplenze, che – dal primo all’8 settembre – consentirà a coloro che acciufferanno un incarico per tutto l’anno di rimanere nella stessa provincia e di recarsi nella sede di titolarità dal primo luglio 2016. In questo modo, i neo assunti avranno 10 mesi di tempo per organizzarsi nel caso di lunghi trasferimenti.
Successivamente hanno programmato il cervellone ministeriale per limitare al massimo gli spostamenti in altre regioni. Ecco come. Nella fase B, quella che si concluderà entro il 15 settembre, il cervellone ministeriale comunicherà a 10/15mila interessati la sede di destinazione che potrà essere in qualsiasi regione italiana. A disposizione i circa 19mila posti non assegnati nelle prime due fasi, di cui una parte resterà libera per carenza di aspiranti. Il programma girerà incrociando sia i punteggi sia i desiderata, espressi all’atto della domanda online includendo tutte le 100 e passa province in ordine di preferenza. Per capire come ragionerà il cervellone, basta fare un esempio. Se c’è un solo posto a Milano per una certa materia e il precario col punteggio maggiore in quella classe di concorso è di Messina, il posto andrà a quest’ultimo. Il sistema in altre parole privilegia il punteggio. Ma quando, in un’altra materia, ci fossero più posti, il sistema incrocerà punteggi e preferenze. Ed eviterà, se possibile, inutili spostamenti chilometrici. Se in Matematica al superiore ci sono 50 posti in tutta Italia, il cervellone prenderà i primi 50 in ordine di punteggio e poi il li piazzerà in base alle preferenze. Perché se, in base alle preferenze espresse, un precario di Milano è destinato a Palermo mentre un collega di Palermo è destinato a Milano, il sistema li accontenterà entrambi lasciandoli nella propria provincia. O nella provincia più vicina a quella di residenza.
Spiegano i sindacalisti che si tratta dello stesso meccanismo utilizzato negli anni per i trasferimenti, in cui un docente esprime le scuole dove intende andare in ordine di preferenza. Un meccanismo che limiterà al massimo gli spostamenti, anche se una parte dei meridionali sarà comunque costretta a recarsi al Nord.
Nella fase C, che mette in palio 55mila cattedre, sempre con assegnazione in una qualsiasi regione italiana, il sistema girerà in maniera diversa.
Il software ministeriale verrà programmato in maniera tale da prendere in considerazione, in un primo giro, tutti coloro che hanno espresso come prima preferenza, per una certa disciplina o ordine di scuola, una determinata provincia. E saturerà tutte le sedi disponibili prendendo in considerazione i relativi punteggi. Dalla seconda preferenza in poi, o per coloro che sono rimasti fuori nel giro precedente per carenza di posti, il sistema tornerà a girare come nella fase B: incrocerà punteggi e desiderata. In questo modo, il ministero spera di attenuare l’esodo dal Sud.
A patto che vengano accontentati tutti gli interessati. Perché, segnalano i sindacati, non è detto che questo meccanismo rispetti i diritti di coloro che hanno i punteggi maggiori. Potrebbe anche accadere che, a causa della prima preferenza espressa, ad accaparrarsi un posto sia un precario con punteggio minore, rispetto al collega con punteggio maggiore. E, a questo punto, fioccheranno i ricorsi.