ROMA Il bonus della maturità non finisce mai di complicare le cose. Solo ieri è stato firmato dal ministro Maria Chiara Carrozza il decreto che spiega le modalità di accesso in sovrannumero ai corsi di laurea a programmazione nazionale. Il bonus, che è il premio in punteggio riconosciuto agli studenti nei test di ammissione alle università a numero chiuso, e che si basa sul voto dell’esame di maturità, è rientrato dalla finestra dopo essere stato estromesso al termine di mesi di polemiche e proteste degli studenti. Ma il Parlamento non ha voluto che il punteggio-premio fosse cancellato quando già i test erano cominciati, e quindi si è espresso per ripristinarlo, anche se solo per quest’anno. Oltretutto già le associazioni degli studenti minacciavano ricorsi. È stato anche deciso che la riammissione del bonus non dovesse cambiare le carte in tavola. E i ripescati non sostituiscono, ma si aggiungono, a chi è risultato ammesso soltanto in base ai test. L’esito è, evidentemente, complicato.
LE DUE GRADUATORIE
Secondo il decreto appena firmato, da ieri e fino alle 15 del 9 dicembre prossimo, è possibile comunicare i propri dati dell’esame di maturità. L’invito è per gli studenti che non l’avessero già fatto perché convinti che sarebbe stato inutile (vanno inseriti sul portale www.universitaly.it.). I candidati potranno iscriversi in sovrannumero in una sola sede. Ora ci saranno due graduatorie: una con i risultati dei soli test, un’altra con i ripescati, cioè gli studenti che grazie al bonus raggiungono il punteggio degli ammessi. La prima classifica in teoria si è già formata il 30 settembre. Ma è in movimento, perché gli studenti stanno scegliendo sulle tre opzioni presentate, e quindi chi non sta “in testa” deve aspettare le decisioni degli altri. Poi il ministero deve formalizzare l’altra classifica, quella che tiene in considerazioni dei risultati composti tra punteggio dei test e bonus. E ha indicato una data in calendario, il 18 dicembre: quel giorno, sul sito www.accessoprogrammato.miur.it ogni candidato potrà verificare la sua posizione. Troppo in ritardo per organizzare il proprio percorso universitario, secondo i tanti studenti che hanno protestato nei giorni scorsi.
I PRIMI RIAMMESSI
Per una volta almeno la giustizia è stata rapida. Il Tar, Tribunale amministrativo regionale, ha già di fatto riammesso – sollecitando il ministero – i primi 50 candidati a Medicina che avevano fatto ricorso coordinati dall’Udu, l’Unione degli universitari, e che con il bonus sono tornati “in quota”. In tutto, sono stimati in almeno duemila i candidati alle facoltà a numero chiuso che dovrebbero rientrare con la norma salva-bonus. Questo non significa che i posti saranno altrettanti in più: mentre nella prima classifica c’è lo scorrimento, e quindi ogni rinuncia ha un sostituto, nella seconda non c’è scorrimento perché c’è già un sovrannumero. Tutti gli ammessi dovranno immatricolarsi entro il 31 gennaio. Per essere idonei il punteggio minimo è 20 (raggiunto ai test di preselezione da circa 48mila aspiranti matricole). Ma questo non basta, perché la media è stata molto più alta e a decidere quanti verranno ammessi sono i numeri stabiliti per ogni facoltà (più naturalmente, in via eccezionale, i riammessi grazie al bonus). 10.302 sono i posti per Medicina e Odontoiatria, 830 per Veterinaria, 8.787 per Architettura. Solo per i ripescati con il bonus c’è la possibilità di rimandare tutto al prossimo anno accademico. Si è tenuto conto del fatto che potevano già essersi iscritti a un’altra facoltà: nel caso di un cambio, si porteranno dietro il voto degli esami compatibili.
Alessia Camplone – Il Messaggero
Graduatorie aperte a causa di un bonus pasticcione
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