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Il contratto sulla mobilità 2023/24 è stato addirittura peggiorato, l’intervista al prof. Varengo della Cisl Scuola

Firmato il contratto sulla mobilità, ma c'è delusione

Libero Tassella intervista il prof. Varengo della Cisl Scuola.

Prof Varengo, in pratica sono stati confermati tutti i vincoli per i docenti che hanno ottenuto lo scorso anno un movimento interprovinciale mentre i neo immessi in ruolo potranno presentare il trasferimento ma che sarà validato solo se il vincolo sarà superato con un provvedimento legislativo.
In pratica un peggioramento rispetto al contratto dello scorso anno.
Un esito deludente per tanti docenti oltre ai 50.000 neo immessi in ruolo. Qual è nel merito la valutazione della Cisl Scuola e la posizione del suo sindacato?

Si tratta di un esito deludente, perché alla fine, non si è riusciti a condividere una posizione comune tra Organizzazioni Sindacali e Amministrazione in un atto pattizio.
Il vincolo introdotto dal D.L.36/2022, per la Cisl Scuola, non può che trovare applicazione dalle assunzioni in ruolo che avverranno attraverso le nuove procedure previste proprio dal citato decreto. Per l’Amministrazione è, invece, necessaria una norma su cui il Ministero sta lavorando e che pensa di portare a compimento a breve. Ciò detto, i docenti assunti nel 2022/23 potranno, comunque, presentare domanda di trasferimento ma sub iudice nell’attesa del provvedimento di legge. In questo senso, la Cisl Scuola presserà il Ministero affinché gli esiti delle interlocuzioni dello stesso con la Commissione Europea siano positivi sia sul versante della mobilità che su quello, altrettanto sensibile, del reclutamento.
Sul vincolo introdotto dal D.L. Sostegni-bis, la Cisl Scuola già in occasione della negoziazione e successiva sottoscrizione del CCNI sulla mobilità 2022/25, aveva avuto modo di stigmatizzarlo come l’ennesima entrata a gamba tesa della legge su un argomento prettamente contrattuale. Attraverso, poi, un lavoro di attento esame della norma era riuscita a limitare l’impatto della disposizione – che di fatto bloccherebbe tutti i docenti trasferiti – ai soli movimenti interprovinciali. Certamente, il mutato quadro legislativo di riferimento unito alla sottoscrizione di un nuovo contratto avrebbe consentito di ridiscutere anche tale ulteriore vincolo nella direzione di sopprimerlo in toto.
Resta infine aperta la questione relativa alla titolarità dei docenti, aspetto non disciplinato dalla legge e a cui, che per quanto ci riguarda, abbiamo dato soluzione proprio con il CCNI sulla mobilità sottoscritto a gennaio 2022.

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