Riceviamo e pubblichiamo la lettera di una docente precaria che insegna all’estero.
Buongiorno. Il mio nome e´ Laura Boncinelli; sono insegnante di musica. Avrei un´importante questione da sottoporre alla vostra attenzione e vorrei anche un consiglio da parte vostra su come agire in merito.
Sono abilitata e iscritta dal 2007 alle liste della provincia di Como. Ho lavorato 4 anni come insegnante precaria di sostegno. Non vedendo nessuna prospettiva per me di insegnare musica o di diventare in tempi accettabili di ruolo ho preso la decisione di andarmene e di provare ad insegnare all´estero. Come insegnante precaria e come insegnante di musica ho dovuto ovviamente rischiare e organizzarmi da sola per entrare in una scuola pubblica tedesca. E ora, dopo un lungo percorso per farmi riconoscere i titoli, per adattarmi a vivere all´estero e per imparare la lingua, insegno a Berlino in una scuola media inferiore e superiore pubblica. A febbraio sono due anni che insegno musica qui a Berlino. Sull´insegnamento della musica ho imparato molto di più qui che in quattro anni di insegnamento in Italia; il che e´chiaramente ovvio, dal momento che in Italia la mia materia non l´ho mai insegnata. A questo punto la mia domanda e´: perché pur vivendo in Europa e avendo scelto di stabilire la mia sede di lavoro in Germania, non mi viene riconosciuta dallo stato italiano il mio lavoro di insegnante di musica svolto qui a Berlino? Non e´assurdo che possa valere il lavoro svolto in 4 anni non nella mia materia e non quello svolto nella materia in cui sono qualificata? Nell´ipotesi che io tornassi in Italia non potrei più svolgere il mio lavoro di insegnante di musica, dal momento che finirei in fondo alle liste, nonostante in questo campo nel frattempo abbia acquisito una notevole esperienza. Non sarebbe invece interesse delle scuole pubbliche quello di avere insegnanti ben preparati e ben qualificati? E un´esperienza di due anni in un contesto europeo all’avanguardia nell´insegnamento della mia materia non sarebbe da valorizzare e riconoscere? Vi ringrazio per l´attenzione e spero possiate darmi qualche consiglio utile su come poter far valere in quanto cittadina italiana ed europea il mio lavoro.
Un cordiale saluto, Laura Boncinelli