di Claudio Tucci
Il ministero dell’Economia blocca le assunzioni per il prossimo anno scolastico, il 2013-2014, di 3.730 unità di personale tecnico-amministrativo (gli Ata); e così a settembre si mettono a rischio le attività di laboratorio nelle scuole, soprattutto negli istituti tecnici. Una questione delicata; e connessa alla sorte dei circa 3.500 docenti inidonei all’insegnamento che dovrebbero transitare nei ruoli amministrativi, come previsto dalla spending review n. 95 del 2012. Questa norma, tuttavia, non è ancora stata attuata (e in parlamento ci sono anche proposte per cassarla). Ma finchè è vigente e rimane “appesa” la sorte di questi prof il ministero dell’Economia non indietreggia, e tiene congelate le immissioni in ruolo del personale amministrativo (in ballo ci sono risparmi per l’Erario nell’ordine di centinaia di milioni di euro per effetto, appunto, delle mancate stabilizzazioni di nuovi Ata). Il piano di riduzione del personale amministrativo voluto dall’ex ministro, Giulio Tremonti, per contenere il numero di bidelli (in Italia si era arrivati alla cifra record di 250mila, ben 5 volte i bidelli delle scuole tedesche) è stato portato avanti con il meccanismo dei tagli lineari, che ha fmito per penalizzare anche i tecnici di laboratorio, che negli ultimi anni si sono più che dimezzati (gli Ata infatti sono composti da bidelli, personale dí segreteria, ma anche, appunto, tecnici di laboratorio). I sindacati protestano; e il ministero dell’Istruzione sta trattando con il Mef possibili soluzioni, visto che i docenti dichiarati inidonei vengono comunque pagati, ma senza dì fatto lavorare. I primi di agosto, dopo quasi un anno di trattativa, si è sbloccata la questione relativa alle nomine in molo 2012/2013 del personale Ata, con le autorizzazioni per le assunzioni di 5.336 unità (i contratti a tempo indeterminato avranno decorrenza giuridica dall’anno scolastico 2012/2013, mentre la decorrenza economica partirà dal nuovo anno scolastico, il 2013/2014). Ma anche questo nuovo contingente di assunzioni non risolve il problema nelle scuole, «visto che copre solo in parte il turn-over dello scorso anno», sottolinea Antonino Petrolino, della direzione nazionale dell’Anp, l’Associazione nazionale presidi. Ci sono casi in cui sono i presidi ad aprire i laboratori (in assenza dei tecnici): «E la didattica ne risente visto che sarà quasi impossibile procedere a esercitazioni pratiche, non essendoci nessuno in grado di utilizzare i materiali». A spingere per una rapida soluzione per il personale Ata è anche il sindacato: «Lo stop alle immissioni in ruolo per il 2013/2014 dice il leader della Uil Scuola, Massimo Di Menna è un modo ottuso di procedere perchè contemporaneamente sí abbassa la qualità dell’offerta formativa, specie negli istituti tecnici e professionali, e si ricorre a un rapporto di lavoro precario. La questione va sbloccata, e per il futuro, occorre garantire un tecnico per ogni scuola».