COMITATO SPONTANEO DEI PARTECIPANTI CONCORSO PER 2004 POSTI DI DSGA
Alla cortese attenzione del
Presidente del consiglio dei Ministri
On. Prof. Giuseppe Conte
e P.C. all’On. Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Prof. Lorenzo Fioramonti
Ill.mo Presidente Conte,
Le scriviamo questa lettera in quanto partecipanti al “concorso per 2004 posti di Direttore Servizi Generali Amministrativi” bandito dal MIUR il 28 dicembre 2018, per il quale il 5 e 6 novembre si terranno le due prove scritte a cui sono stati ammessi i partecipanti che hanno superato la prova preselettiva del 11-12 e 13 giugno scorso.
Al riguardo, vorremmo segnalare la nostra amarezza e disappunto nell’apprendere che nella giornata del dieci ottobre scorso, il Consiglio dei ministri ha deliberato, tramite Decreto Legge, un nuovo concorso per la citata figura riservato esclusivamente agli interni in possesso di 3 anni di servizio anche in deroga della laurea specifica richiesta per l’accesso dall’esterno.
Secondo le nostre considerazioni, la contestata intesa presenta varie problematiche, rilevanti sia sul piano della legittimità che su quelle del merito.
In primo luogo, non si comprende l’inserimento di questo provvedimento in un atto di decretazione d’urgenza. Al di là dei profili tecnici, indubbiamente sussistenti ma che preferiamo siano svolti dai soggetti competenti e nelle opportune sedi, è nostra intenzione ricordarLe che i facenti funzione non sono precari ma, nella quasi totalità dei casi, dipendenti pubblici assunti con contratto a tempo indeterminato nella categoria degli assistenti amministrativi (categoria “B” del CCNL del 2007) che hanno svolto le funzioni di direttore amministrativo (categoria “D”) in violazione dell’art. 52 della legge n. 165/2001 che consentirebbe la progressione esclusivamente nell’area immediatamente superiore (ovvero la categoria “C” di coordinatore amministrativo) senza alcuna selezione di merito.
Peraltro, il nostro disappunto è legato alla circostanza che il concorso ordinario – attualmente in piena fase di svolgimento – consentiva già la partecipazione dei cc.dd. “facenti funzione” non solo in deroga al requisito del possesso del titolo di studio ma anche prevedendo una quota del 30% di posti messi a concorso a loro riservati. Non si riesce a comprendere, quindi, la scelta del Governo che in deroga a qualsivoglia criterio di merito vuole, di fatto, concedere una seconda opportunità agli interni che non sono riusciti (o non riusciranno) a superare le prove concorsuali con una evidente lesione del principio meritocratico che dovrebbe costituire la base della procedura concorsuale.
Si ulteriormente evidenzia che la figura di Direttore dei servizi generali e amministrativi è una figura cui la contrattazione nazionale ha previsto il possesso di laurea magistrale nelle discipline di Giurisprudenza, Economia, Scienze sociali e Scienze Politiche. In tal senso non si riesce a comprendere come appena 3 anni di servizio possano derogare al requisito sopra specificato. Risulta quantomeno svilente, se non lesivo del principio di eguaglianza di cui all’art. 3 Cost., che per un concorso nel Ministero dell’Istruzione si preveda che il servizio prestato abbia un maggior valore rispetto ad un percorso di studi di 5 anni. Peraltro, il servizio prestato è slegato da qualsivoglia considerazione in merito all’attività svolta dai direttori facente funzioni e da valutazioni positive riscontrate dal dipendente.
Infine, la scelta del Governo ci appare inutilmente contrastante con i principi cardine dell’azione amministrativa, ovvero quelli di efficacia, efficienza e di economicità.
Come già specificato, la procedura concorsuale è ancora in piena fase di svolgimento cosicché, qualora vi sia la necessità di coprire un maggior numero di posti rispetto a quelli banditi, si potrebbe semplicemente innalzare la soglia di vincitori o consentire una maggiore ampiezza della graduatoria degli idonei, attualmente fissata ad appena il 20%. Soluzione non solo più semplice sul piano
applicativo ma che determinerebbe da una parte una selezione più meritocratica e, soprattutto, la non necessità di una nuova procedura concorsuale con il relativo risparmio delle ingenti risorse necessarie per sostenerla.
Distinti saluti
Partecipanti al concorso DSGA