Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza
- Sono 164.000 i bambini che passerebbero al tempo pieno grazie alle misure del PNRR, secondo le stime ORICON
- Il PNRR stanzia 400 milioni per la costruzione e riqualificazione degli spazi dedicati alla mensa, riconosciuti quale potente strumento per favorire l’attuazione del tempo pieno e limitare la dispersione scolastica
- Scarsciotti:“Il futuro delle nuove generazioni passa anche dalla riduzione delle disuguaglianze nella formazione scolastica e umana, sin dalla prima infanzia. Scuola e mensa rappresentano un diritto e un’opportunità ai quali devono poter accedere tutti i bambini, senza discriminazioni”
26 ottobre 2021. In Italia su circa 40 mila edifici scolastici solo 10 mila hanno una mensa e il 44% dei bambini della scuola primaria non usufruisce di questo servizio.
Oricon – Osservatorio Ristorazione Collettiva e Nutrizione, ha analizzato gli investimenti previsti dal PNRR sulla scuola per provare a stimare quali impatti avrebbero su fenomeni come disuguaglianze, dispersione scolastica, povertà educativa e alimentare e colmare il gap di servizi esistente tra Nord e Sud, oltre agli impatti diretti e indiretti sull’occupazione.
Quel che emerge è che, secondo le stime dell’Osservatorio, le misure per la scuola messe in campo dal PNRR consentirebbero a 164.000 bambini di passare dal tempo normale a quello pieno con l’opportunità di fruire del servizio mensa.
Si tratta di 400 milioni per la costruzione e riqualificazione degli spazi dedicati alla mensa di 1000 edifici scolastici, investimenti che Oricon stima saranno distribuiti per i 3 quarti nelle Regioni del Mezzogiorno e per il restante nelle Regioni del Nord-Ovest. Per non parlare degli impatti occupazionali diretti (10.000 nuovi dipendenti nella ristorazione collettiva e 34.00 nuovi educatori) e indiretti (circa 14.000 genitori che potrebbero tornare alla ricerca attiva di lavoro grazie all’estensione del tempo pieno e della mensa) stimati da Oricon.
Anche se gli investimenti previsti apporteranno senza dubbio benefici non trascurabili ai bambini e alle famiglie coinvolte, potrebbero comunque essere insufficienti. Dalle elaborazioni di Oricon, infatti, emerge che a regime la quota di alunni con orario a tempo pieno si manterrebbe ancora abbondantemente al di sotto del 50% ma soprattutto al di sotto delle richieste di tempo pieno delle famiglie che si attestano al 46% a livello nazionale, con punte superiori al 60%, come ad esempio nel Lazio. Tutto questo con ripercussioni negative anche sull’opportunità di reinserimento nel mondo lavorativo dei genitori.
“Il PNRR rappresenta un’occasione importante non solo per rilanciare la crescita del Paese, ma anche per ridurre le disuglianze che riguardano le nuove generazioni, le quali rappresentano il futuro. Investire sulla formazione scolastica e umana, sin dalla prima infanzia – spiega Carlo Scarsciotti, Presidente ORICON -. È importante, ma è il momento di fare dii più per colmare le disuguaglianze attualmente esistenti tra diverse aree geografiche del Paese. Scuola e mensa rappresentano un diritto e un’opportunità ai quali devono poter accedere tutti i bambini, senza discriminazioni”.
Anche sul fronte dell’accessibilità ai servizi educativi per l’infanzia la situazione presenta un quadro di disparità: l’Italia, con 27 posti ogni 100 bambini, si pone al di sotto dell’obiettivo fissato in sede europea di 33 posti ogni 100 bambini tra zero e due anni. Media che si abbassa ulteriormente in alcune aree del Paese: in Campania appena il 10% dei bambini ha accesso al nido e agli altri servizi, mentre in Toscana ed Emilia-Romagna si supera abbondantemente il 35% arrivando a sfiorare il 40% in Umbria (in Lombardia il range è compreso tra il 21% di Sondrio al 36% di Milano). Se poi ci focalizziamo sul tempo pieno nella scuola primaria, vediamo che solo poco più di un terzo degli alunni (37%) in Italia vi accede.
Anche in questo caso, le differenze tra Centro-Nord e Mezzogiorno sono sensibili: se un bambino milanese può contare nel 90% dei casi su 40 ore di scuola settimanali, in Sicilia la stessa percentuale di alunni deve accontentarsi di sole 27 ore. A conti fatti, nell’arco dell’intero ciclo di scuola primaria, queste disparità si traducono in un anno di scuola in meno tra studenti del Nord e quelli Sud.
Oricon ha simulato quale potrebbe essere l’assegnazione dei posti a livello regionale. Secondo l’elaborazione, delle nuove assegnazioni beneficerebbero in maniera massiccia le regioni del Sud e quelle insulari a cui andrebbero il 60% dei posti totali (138.000). Uno squilibrio necessario a compensare il divario territoriale di partenza nella presenza dei servizi.
Il Piano nazionale di ripresa e resilienza pone infine l’attenzione sul tema della dispersione scolastica che riguarda in misura rilevante le aree periferiche delle grandi città talvolta caratterizzate dal degrado e dalla mancanza di servizi adeguati, con un’incidenza maggiore nei ragazzi piuttosto che nelle ragazze.
“La scuola a tempo pieno, soprattutto se concepita come percorso integrato con una corretta valorizzazione delle attività extracurricolari, comprese quelle volte alla diffusione di una cultura dell’alimentazione sana ed equilibrata, potrebbe effettivamente dare un contributo importante al contrasto alla disparità, della povertà culturale, alimentare ed educativa– dichiara il Presidente di ORICON -. Crediamo che la mensa, intesa come momento aggregativo, di socializzazione e integrazione, rivesta un ruolo fondamentale in questo senso, e per questo Oricon si candida a entrare a far parte delle green community del piano RIGenerazione del MIURattraverso un progetto sulla lotta agli sprechi e la povertà alimentare con l’obiettivo di contribuire a un cambiamento nelle abitudini alimentari e nei comportamenti della comunità scolastica”.
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