HomeStampaPer garantire gli scatti si ritornerĂ  ai tagli lineari alla scuola

Per garantire gli scatti si ritornerĂ  ai tagli lineari alla scuola

Alessandra Ricciardi di ItaliaOggi è, fra le giornaliste, la piĂ¹ attenta e sul suo giornale ItaliaOggi ha saputo spiegare in maniera molto dettagliata tutta la vicenda relativa agli scatti di anzianitĂ . Oggi spiega come saranno reperite le risorse, questo l’articolo.

Non ci sono state quelle risorse aggiuntive che alcune dichiarazioni del ministro dell’istruzione, Maria Chiara Carrozza, avevano lasciato intendere. E il 2013, salvo correttivi, resterĂ  congelato, non utile ai fini della maturazione degli scatti di anzianitĂ , così come prevede il dpr 122 approvato dal consiglio dei ministri di fine agosto. Ma potrĂ  essere recuperato il 2012, attraverso la via negoziale, e intanto non ci sarĂ  nessun recupero di eventuali aumenti giĂ  pagati. Comunque, giĂ  dal 2014 non ci saranno piĂ¹ tetti agli stipendi degli insegnanti. Queste le novitĂ  sul fronte scatti, come emergono dal decreto legge, approvato la scorsa settimana dal governo, e dalla direttiva a cui il ministero dell’istruzione e il Tesoro stanno lavorando. É l’ultimo passaggio, l’atto di indirizzo all’Aran, per recuperare definitivamente il 2012, dando copertura non solo agli scatti giĂ  pagati lo scorso anno a circa 80 mila insegnanti, ma anche ad altri 120 mila a cui andranno in pagamento quest’anno. Se è chiaro che la coperta in tutto costerĂ  370 milioni di euro, e che solo 120 milioni sono quelli disponibili della fetta del 30% dei risparmi della riforma Gelmini, ad oggi non è ancora deciso come saranno coperti i restanti 250 milioni di euro. Due le ipotesi in campo: procedere a tagli lineari sui vari capitoli di finanziamento del fondo delle scuole; utilizzare in larga misura le risorse non spese dagli istituti negli anni passati e solo in via residuale ricorrere a una riduzione lineare sugli altri capitoli. Secondo quanto risulta a ItaliaOggi, sarebbero circa 200 i milioni di euro giacenti a settembre 2013, e imputabili ad altre annualitĂ , che non risultano impegnati. Un tesoretto che in queste ore è sotto la lente dell’Istruzione. Se vi si dovesse ricorrere, dovrĂ  essere modificata la bozza di direttiva che era stata formulata solo pochi giorni fa. Questa fissava i capitoli a cui l’Aran, l’agenzia governativa per la contrattazione nel pubblico impiego, e i sind a cati in sede di negoziato avrebbero dovuto attingere. E fissava alcuni paletti: non piĂ¹ del 30% di taglio sul fondo per i corsi di recupero delle scuole superiori; garantire un adeguato finanziamento per i turni festivi e notturni dei convitti; non intaccare l’attuale livello di finanziamento per le ore eccedenti e le sostituzione dei colleghi assenti. Il fondo per le istituzioni scolastiche non deve essere ridotto, ulteriore paletto, in misura superiore alle altri voci contrattuali, al netto delle risorse per i corsi di recupero e gli straordinari nei convitti. Nel caso in cui il governo non dovesse raggiungere un’intesa con i sindacati entro sei mesi, recita il decreto legge, i 120 milioni disponibili della riforma Gelmini andranno a bilancio dello stato. A compensare gli anticipi di cassa che il Tesoro sta facendo per gli aumenti giĂ  concessi lo scorso anno. E che comunque non verrebbero recuperati. Ma è ipotesi improbabile che l’accordo non si faccia. Almeno per Cisl, Uil, Snals e Gilda che hanno giĂ  firmato un accordo analogo non piĂ¹ di un anno fa e nel giro di pochi giorni. Restano invece tutte le perplessitĂ  della Flc-Cgil, contraria a una nuova riduzione del Mof. GiĂ  quest’anno comunque le cose dovrebbero cambiare: «Per il personale della scuola non trova applicazione per l’anno 2014, nell’ambito degli stanziamenti di bilancio relativi alle competenze stipendiali, l’articolo 9, comma 1, del decreto legge 31 maggio 2010. n. 78… come prorogato dall’articolo 1, commal, lettera a) del citato dpr 122 del 2013». Alle risorse necessarie perchĂ© i salari crescano, dopo anni di stop, ci si penserĂ  in altra sede.

Di ALESSANDRA RICCIARDI

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