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Permessi del personale – Il governo conosce le sentenze che condannano i dirigenti?

Gli ostacoli frapposti dai dirigenti scolastici ai docenti che intendono fruire dei permessi per motivi personali e familiari «non esistono». E comunque i 6 giorni di ferie previsti in aggiunta ai 3 giorni di permesso dall’articolo 15 del contratto non sono fruibili se bisogna pagare le sostituzioni. Questa, in sintesi, la risposta fornita l’8 gennaio scorso in commissione istruzione al Senato dal governo ad una interrogazione parlamentare (AS 3 – 00546) presentata il 5 dicembre da un gruppo di senatori del Movime nto 5 stelle.
Gli interroganti, in gran parte docenti di scuola statale, avevano rappresentato al governo le mille difficoltà che i docenti devono affrontare ogni giorno per fruire dei permessi per motivi personali. E quindi avevano chiesto all’esecutivo di intervenire per rimuovere gli ostacoli. Ma il governo, per bocca del sottosegretario all’istruzione, Gabriele Toccafondi, ha detto che il problema non sussiste. Più precisamente, il sottosegretario ha precisato «che gli uffici centrali del ministero non hanno finora ricevuto alcuna segnalazione relativa a iniziative assunte da dirigenti scolastici, volte ad intervenire in senso limitativo sulle modalità di fruizione delle ferie e dei giorni di permesso retribuito per motivi personali o familiari da parte del personale docente della scuola». Il dicastero di viale Trastevere non sembrerebbe dunque essere a conoscenza del contenzioso in materia, che vede l’amministrazione sistematicamente soccombente con spese legali a carico dell’erario (Tribunale di Monza 2 88/2011, Tribunale di Lagonegro 309/2012, Tribunale di Campobasso 5709/2012, Tribunale di Sciacca 271/2013). E in più, l’orientamento dell’esecutivo andrebbe nel senso della inesistenza del diritto agli ulteriori 6 giorni di assenza, una volta esauriti i primi 3, anche con oneri per lo stato. Ma l’articolo 15 del contratto prevede espressamente la possibilità di fruire di 6 giorni in più defalcandoli dalle ferie e non prevede che ciò debba avvenire senza oneri per lo stato. La posizione assunta dal governo, dunque, rischia di far aumentare il livello di tensione nelle scuole e di incrementare il contenzioso.

Carlo Forte

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