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Salvi i contratti a tempo determinato delle maestre

I contratti a tempo determinato delle maestre delle materne e degli asili comunali saranno prolungati fino al termine del anno scolastico 2013-2014. I parlamentari che oltre a ministri, sottosegretari e viceministri, sono anche tecnici non percepiranno più il doppio stipendio. Oltre ai singoli comuni, anche le unioni di comuni, potranno ricorrere agli anticipi di tesoreria per far fronte ai mancati introiti derivanti dallo slittamento dell’Imposta municipale unica. Questi i tre emendamenti (su un totale di 200 presentati) al decreto Imu-Cig, approvati ieri alla Camera, prima di inoltrare il testo al Senato per la seconda lettura.
Se l’approvazione dell’emendamento sul blocco della doppia indennità ai tecnici era già stata preannunciata durante l’analisi delle proposte di modifi ca in Commissione finanze e lavoro della settimana scorsa (si veda ItaliaOggi del 12 giugno), non lo stesso si può dire per la proroga dei contratti a tempo determinato per le maestre delle scuole materne e degli asili comunali. L’emendamento è stato infatti presentato durante la seduta mattutina di ieri e, l’approvazione, è arrivata nell’immediato pomeriggio, a seguito del via libera da parte della Commissione bilancio della camera, presieduta da Francesco Boccia. La modifica apportata, spostando il momento del pensionamento delle maestre da gennaio a settembre 2014, risolve quindi momentaneamente il problema di sostituzione degli insegnati durante l’anno scolastico, che la riforma Fornero aveva creato. «Con l’approvazione dell’emendamento» ha spiegato il presidente Boccia «viene di fatto ristabilito il concetto che l’anno scolastico termina secondo il calendario dei tempi della scuola e non secondo l’anno solare». In coda alle votazioni, a trovato infi ne accoglimento, anche l’emendamento con cui si amplia l’accesso alle anticipazioni di tesoreria necessarie per colmare gli ammanchi derivanti dallo slittamento dell’Imu, anche alle unioni di comuni. In origine infatti, queste non erano state ricomprese tra gli enti autorizzati a fare richiesta. Tra gli emendamenti rigettati, compare invece nuovamente quello relativo alla possibilità di esentare dall’Imu anche i beni strumentali delle imprese. La proposta è stata rigettata nuovamente in quanto non attinente alla materia del decreto che, come ha sottolineato il presidente della Commissione fi nanze, Daniele Capezzone, «è una norma ponte e non una riforma sostanziale, ragion per cui non è questa la sede per affrontare modifi che di tipo normativo».

Beatrice Migliorini

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