Dalla analisi del dopo voto, abbiamo evidenziato che non sarà facile per il Capo dello Stato individuare una maggioranza in Parlamento in grado di formare il nuovo governo che escluda il PD di Renzi. La legge elettorale voluta proprio dall’ex sindaco di Firenze ha confermato quanto meno le sue previsioni, ovvero quelle di non lasciare fuori il suo partito da un nuovo eventuale esecutivo. Una progetto studiato a tavolino e denominato “Rosatellum” che forse è addirittura peggio del precedente “Porcellum”.
Si ritorna ai tempi del Pentapartito
Una legge elettorale che ha spazzato via il bipolarismo riportando ai tempi della prima repubblica quando a governare vi era il famigerato governo del cosiddetto Pentapartito. Il governo composto dai 5 partiti di area centro-destra-sinistra. L’area moderata che si stringeva attorno alla vecchia Balena Bianca, la DC. Oggi qualsiasi governo frutto da queste elezioni non potrà fare a meno del partito dell’ex dimissionario Renzi. Un governo di coalizione con il centro-destra per avere la maggioranza al Senato o alla Camera avrà bisogno di scendere a patti con il PD, lo stesso vale per un eventuale governo Pentastellato, altrimenti ci ritroveremo davanti all’ingovernabilità.
Nuovo governo e nuovo ministro dell’Istruzione
Il nuovo governo dunque nascerà inevitabilmente da un “inciucio” e di questo dobbiamo ringraziare chi ha partorito la legge elettorale e chi l’ha votata. L’inciucio – come abbiamo evidenziato – non potrà prescindere dal PD a menochè questo non si spacchi lasciando in un angolino Renzi e i suoi, ma i “suoi” sono di più della minoranza che, quindi, non sarà in grado di sostenere un nuovo esecutivo perchè non potrà garantire i numeri necessari. Proprio per questo motivo Renzi ha insistito ed ottenuto la candidatura nei vari collegi elettorali dei suoi fedelissimi. E’ più furbo che bello! Dal governo che ne nascerà si conoscerà il destino de la Buona Scuola.
Si va verso le larghe intese
Le larghe intese, a nostro modo di vedere, saranno composte dalla coalizione del centro-destra e dalla maggioranza del PD di Renzi. In questo caso ci saranno i numeri per garantire la nascita del nuovo governo. Il M5S ancora una volta sarà messo all’angolo e costretto all’opposizione, ma non perchè la maggioranza degli italiani non li abbia votati, ma perchè le mosse di palazzo e degli abili politici “esperti” porteranno a termine il progetto iniziato con la stesura della legge elettorale. Il nuovo ministro dell’Istruzione potrebbe dunque essere un esponente politico vicino a Renzi nel segno della più “squallida” continuità.