Il 2 Maggio 2020 l’Azzolina dichiara in un’intervista che per Settembre all’apertura dell’a.s. 20/21 immagina un rientro con metà classe in presenza e metà a distanza, alternate.
L’idea scatena giuste e furiose polemiche nel mondo della scuola.
Il 3 Maggio interviene Gavosto sulla Stampa cartacea – l’articolo è stato scritto, quindi, il 2 – e spiega che la proposta della Azzolina “riguarderà certamente gli studenti delle secondarie”.
Come fa ad esserne così sicuro? Lo sa perché decide lui e non la Ministra.
Il 3 pomeriggio, infatti, la Ministra chiarisce: “era solo una proposta per gli studenti più grandi”.
Il 4 maggio su Sky News 24, la Ministra pentastellata approfondisce, dicendo che per i piccoli “dovremo immaginare altri spazi oltre quelli tradizionali”. Ma l’aveva già detto Gavosto il 3: “si potranno trovare soluzioni intelligenti e creative per usare altri spazi”.
Del resto il nostro aveva già deciso tutto il 14 Aprile, quando scriveva in un articolo sul Sole: “la didattica a distanza resterà presumibilmente una risorsa necessaria per altri mesi, con magari una parte della classe a turno in aula e l’altra a casa collegata online” Vi suona familiare? Si tratta della Didattica integrata a distanza.
Il futuro immaginato da Gavosto
Nello stesso articolo si parla di blocco della mobilità per garantire la continuità didattica ( questo lo ricordo ai docenti vincolati) e di aumento delle ore di lavoro in presenza dei docenti.
Libero Tassella SBC
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