Niente libri cartacei, da gennaio si studia in classe con l’iPad.
Parte a Bologna la sperimentazione. La preside: “Prima ci sarà una formazione per docenti e studenti” titolo articolo pubblicato su Orizzontescuola.
L’intervento di Jacopo Fabbri docente fiorentino.
Io qualche anno fa ho avuto una classe quinta, presa in itinere, dove metà dei ragazzi usavano ipad o tablet per scrivere e studiare.
Sono contrario, ma ho dovuto rassegnarmi perché non me la sono sentita di cambiare il loro metodo l’ultimo anno, senza che neanche ci conoscessimo.
Per alcuni, già bravi, andava bene. Per i più fragili era un disastro. È un sistema che offre una sistematizzazione artificiale dei concetti, la mente non ordina i dati perché già disponibili su schemi e scrittura virtuali, di conseguenza la memoria non si attiva o si attiva
male. Non parliamo degli spunti di riflessione o di approfondimento: la digitalizzazione li indebolisce fortemente, a mio avviso. Va usata in approfondimenti tecnici e disciplinari, lì è indispensabile. Sul processo di apprendimento di bambini e adolescenti ho diversi dubbi.
Risposta di Libero Tassella Portavoce SBC
Jacopo Fabbri, il dirigente della scuola bolognese nel suo intervento su Orizzontescuola, dice che in questo modo pensa di contrastare la dispersione nella sua scuola.
Qui si scambia il mezzo per il fine e si pensa di aver trovato nella digitalizzazione il solo ed unico rimedio alle difficoltà di apprendimento e si pensa anche che l’istruzione con le macchine artificiali per insegnare sia la futura frontiera dell’apprendimento.
Mi piacerebbe Jacopo che su questa tua esperienza potessi scrivere un intervento da pubblicare come SBC.
Dobbiamo far in modo che la voce passi agli insegnanti, gli eterni esclusi dal dibattito educativo, che da attori sono o stanno diventando sempre più passivi esecutori con gravi limiti per quella libertà di insegnamento che la Costituzione volle dopo il Fascismo e ancora garantisce ma che una nuova scuola burocratica e neo autoritaria tende sempre più a ridurre.
Forse molti non si rendono conto, ma gli spazi di democrazia nella scuola e non solo si stanno riducendo sotto l’ egemonia del mercato che impone nel PNRR la digitalizzazione nella scuola italiana con la Scuola 4.0 a favore dell’industria dell’elettronica che si serve di dogmi per dimostrare l’efficacia e l’ efficienza dei suoi prodotti nei processi di apprendimento delle nuove generazioni nel nuovo secolo.
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