IL MOVIMENTO DEI GENITORI:«BEN VENGANO CRITERI MODERNI A GARANZIA DELLA QUALITÀ»
LA PROPOSTA
ROMA Scuola, lo scatto legato al merito piace ai professori. Un aumento in busta paga non più collegato al tempo che passa, ma ai crediti acquisiti o conquistati: e l’idea che lo stipendio sia movimentato dalla qualità del lavoro trova tanti consensi. È l’idea, come linea per il futuro, che il governo ha inserito in una nota allegata all’ultimo Def, il documento di economia e finanza con il quale si cerca di armonizzare la politica nazionale alle indicazioni dell’Unione europea. Dai dirigenti ai genitori, questa preannunciata rivoluzione sembra trovare tutti d’accordo.
LA VALUTAZIONE
«Da almeno 15 anni chiediamo di valutare la qualità del lavoro dei docenti – sostiene Mario Rusconi, vicepresidente nazionale dell’Anp, Associazione dei dirigenti scolastici -. E ripresentiamo ad ogni legislatura una nostra proposta in questa direzione. Ma non è mai stai presa in considerazione, anche per l’opposizione dei sindacati». «Una parte dell’aumento di stipendio legata all’anzianità deve rimanere, ma deve essere residuale – insiste Rusconi -. E’ importante, invece, la parte legata al merito, lo spread per ogni docente, che deve essere valutato con criteri oggettivi». La nota che accompagna il Def, per il momento non entra nel dettaglio limitandosi solo a dire che bisogna andare nella direzione di «un sistema di valutazione delle prestazioni professionali – si legge – collegato a una progressione di carriera svincolata dalla mera anzianità di servizio».
Un criterio, appunto, che indica un obbiettivo. Ma non come arrivarci. «Si tratterà di verificare nel dettaglio – avverte, infatti, Roberto Pellegatta, presidente della Disal, l’altra associazione dei dirigenti scolastici – ma noi siamo ovviamente a favore del merito. Bisogna uscire dall’egalitarismo che è stata la rovina della qualità della scuola».
LE SANATORIE
Favorevole alla meritocrazia, ma con una valutazione che deve essere fatta all’accesso all’insegnamento, è il parere dell’Adi, l’associazione dei docenti italiani. «In Italia parlano di merito quelli stessi che lo seppelliscono con continue sanatorie. Non viene valutato al momento giusto e non esiste alcun percorso di carriera legato alla qualità del lavoro», polemizza Alessandra Cenerini, presidente nazionale dell’Adi. E propone: la strada da percorrere è quella di una «selezione rigorosa al momento dell’accesso all’insegnamento». E poi «carriere differenziate sulla base del merito, dove i docenti più capaci possono andare a coprire figure di sistema, in grado di gestire la scuola dell’autonomia in maniera innovativa». La qualità dell’insegnamento, infine, non può prescindere dalla formazione continua. Insegnanti di qualità. Insegnanti capaci. A chiederlo è il Moige, il Movimento italiano dei genitori.
«Basta con l’appiattimento che ha caratterizzato la scuola fino ad oggi – taglia corto Antonio Affinita, direttore generale del Moige -. Noi siamo favorevoli ad ogni provvedimento che vada a garantire una migliore qualità della scuola. Da tempo proponiamo interventi che diano un riconoscimento alla bravura, alle capacità, all’impegno dei docenti e anche alla disponibilità». Sulla disponibilità Affinita insiste: «Per noi è molto importante. Notiamo che c’è sempre di più scarsa attenzione degli insegnanti a incontrare con frequenza i genitori».
Alessia Camplone
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