Fare piena luce e fino in fondo sull’attuale situazione dell’Accademia Nazionale di Danza.
E’ quello che chiede Sinistra Ecologia Liberta’ al Ministro Carrozza, con un’interrogazione i cui primi firmatari sono il capogruppo in Commissione Cultura di Montecitorio on. Giancarlo Giordano, e la deputata romana on. Ileana Piazzoni.
Lo rende noto un comunicato dell’ufficio stampa del partito.
Il valore e il prestigio dell’Accademia Nazionale di Danza – proseguono i deputati di Sel – da diversi anni e’ messo a dura prova da una situazione non piu’ sostenibile, legata ad una reiterata serie di irregolarita’ commesse dalla direzione dell’accademia.
Professori e studenti hanno denunciato, dopo dure proteste, la direttrice dell’Accademia per anomalie nella didattica e per falso in atto pubblico, polemiche e dimissioni si susseguono da mesi.
Il nostro Paese – concludono i deputati di Sel – ha il diritto di avere un’istituzione formativa della danza di prestigio, ecco perche’ vogliamo sapere che cosa intende fare la ministra Carrozza.
Di seguito il testo integrale dell’interrogazione:
Al Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca.
— Per sapere – premesso che:
l’Accademia nazionale di danza e’ una istituzione di alta cultura per lo studio delle discipline coreutiche, inserita nel compartimento dell’AFAM — alta formazione artistica, musicale e coreutica dal 1999 — di importanza e prestigio che non hanno eguali sul territorio nazionale, essendo l’unica istituzione pubblica in grado di rilasciare in materia, in Italia, diplomi accademici di I e II livello equipollenti alla laurea universitaria;
l’acclarato valore nazionale e l’indubbia considerazione in campo internazionale dell’Accademia sono gravemente compromessi da una sconcertante e reiterata serie di irregolarita’ sedimentatesi negli anni, segnalate in oltre venti atti di sindacato ispettivo presentati in diverse legislature e sfociate il 3 dicembre 2012 in una significativa protesta da parte degli studenti e del corpo docente, nonche’ riportate all’attenzione dell’opinione pubblica da diversi quotidiani nazionali e mediante una apposita conferenza stampa, tenutasi il 19 febbraio 2013 presso la Camera dei deputati;
le violazioni dalle quali e’ scaturita la plateale protesta sopra citata sono tutte riconducibili alla gestione dell’Accademia operata dalla direttrice Margherita Parrilla, tutt’ora in carica a seguito della nomina «per chiara fama» stabilita il 3 ottobre 1996 dal Ministro della pubblica istruzione pro tempore, Luigi Berlinguer, e cio’ a scapito del regolare procedimento di elezione tramite collegio dei docenti che aveva gia’ allora nominato un proprio direttore, ma soprattutto senza alcuna considerazione delle previsioni sulla durata di tale incarico, contenute nell’articolo 4 comma 2 dello statuto dell’Accademia nazionale di danza, il quale, rinviando al decreto del Presidente della Repubblica n. 132 del 28 febbraio 2003, stabilisce chiaramente una durata della carica in esame per un arco temporale di 3 anni, con possibile conferma consecutiva per un solo ulteriore mandato della stessa durata;
la questione riguardante l’eventuale dichiarazione di decadenza dalla carica di direttore dell’Accademia nazionale di danza per superamento del doppio mandato, non ha, a oggi, trovato una soluzione, cosi’ come non hanno trovato una soluzione e una risposta le numerose denunce di irregolarità nella conduzione e nella gestione dell’istituzione in esame, da parte della direttrice Parrilla, sebbene anche queste ultime siano state portate più volte all’attenzione del Ministro interrogato;
nello specifico, sono state denunciate: la mancanza di un regolamento didattico; l’inadeguata manutenzione della struttura, la quale ha comportato il verificarsi di diversi piccoli infortuni a scapito degli studenti; l’attivazione, senza le precipue autorizzazioni, del «triennio tecnico compositivo» presso il teatro «Carlo Gesualdo» di Avellino; l’anomalo conferimento di incarichi di collaborazione, in violazione dell’articolo 7, comma 6, del decreto legislativo n. 165 del 2001; promozioni ad anni successivi del corso di studi e possibilità di accedere all’esame finale, garantita in favore di studenti che non avrebbero superato gli esami, o, peggio ancora, che non avrebbero neanche frequentato i corsi;
quest’ultima presunta violazione ha portato la Procura di Roma a contestare alla direttrice Parrilla il reato di falso in atto pubblico;
tra le irregolarità di cui sopra, occorre sottolineare come l’istituzione del «triennio tecnico compositivo» di Avellino, sia avvenuta, come denunciato dalle Organizzazioni sindacali, non solo senza le necessarie deliberazioni da parte degli Organi incaricati del potere di vigilanza e ratifica, ma addirittura in contrasto rispetto alle decisioni assunte in sede al CNAM — il quale con deliberazione n. 53, del 6 giugno 2012, aveva espresso parere negativo in merito, rilevando poi, con successiva deliberazione n. 56, del 15 novembre 2012, incongruenze nella documentazione e ribadendo il proprio diniego alla richiesta di autorizzazione del corso — rischiando cio’ di esporre l’erario ad un danno di natura finanziaria e, soprattutto, i potenziali iscritti al concreto rischio di partecipare a un percorso didattico «giuridicamente inesistente»;
il quadro sopra descritto e’ aggravato dalla criticità della situazione economica e finanziaria in cui versa la Fondazione accademia (FANO), criticita’ anche essa legata a una gestione anomala e personalistica della stessa, operata dalla direzione, che ha causato l’apertura di un procedimento penale per appropriazione indebita dei beni della fondazione a carico dell’attuale direttrice dell’Accademia;
occorre ricordare come la sconcertante serie di violazioni sopra citate abbia determinato una serie di verifiche e ispezioni che hanno spesso accertato una pluralita’ di irregolarità e carenze, l’ultima delle quali — avvenuta nei mesi scorsi — ha avuto dei riscontri che, seppur non esaustivi, si desumono chiaramente in una lettera del 18 ottobre, indirizzata dal Direttore generale del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca — Afam, dottor Bruno Civello, al direttore dell’Accademia nazionale di danza, in cui si ammette l’emersione di: «una situazione di grave irregolarità, ulteriormente aggravata da una prassi consolidata che ha permesso agli studenti dei corsi normali di arrivare a sostenere l’esame finale del corso dell’ottavo anno pur non avendo conseguito la promozione agli esami teorici degli anni precedenti»;
se cio’ non bastasse, il giorno 14 ottobre 2013, alle porte del nuovo anno accademico, il presidente dell’Accademia, Giuseppe Furlanis, nominato con decreto ministeriale in data 3 aprile 2013, si e’ dimesso dall’incarico, constatando amaramente come la serie lunghissima di problematiche didattiche e amministrative, sedimentatesi negli anni, nonché le elevate tensioni interne all’istituzione, paralizzino irrimediabilmente il funzionamento di quest’ultima –:
se i riscontri dell’ultima Commissione ispettiva, nominata il 20 giugno 2013 dal direttore generale del Ministero dell’istruzione, dell’universita’ e della ricerca — Afam, abbiano evidenziato, oltre a quanto riportato nelle citata lettera del dottor Bruno Civello, ulteriori irregolarità e violazioni nella gestione e conduzione dell’Accademia nazionale di danza;
quali iniziative intenda intraprendere per assicurare il regolare svolgimento del nuovo anno accademico, porre fine alla serie di irregolarità e violazioni denunciate in premessa, salvaguardare gli studenti del «triennio tecnico compositivo» di Avellino e, in particolare, se non ritenga opportuno intervenire per uniformare l’Accademia nazionale di danza alle altre istituzioni dell’alta formazione artistica e musicale, in modo da garantire un percorso democratico e interno all’istituzione, capace di ripristinare e preservare il valore formativo ed il prestigio dell’istituzione stessa.