HomeScuolaARRIVA LA MOBILITA' STRAORDINARIA, RIGUARDERA' 100 MILA DOCENTI

ARRIVA LA MOBILITA’ STRAORDINARIA, RIGUARDERA’ 100 MILA DOCENTI

La mobilità straordinaria riguarderà ben 100 mila docenti che potranno chiedere di essere trasferiti da una scuola all’altra, da una provincia ad un’altra e da una regione ad un’altra. La mobilità straordinaria è prevista dal comma 108 della legge 107, tuttavia questa mobilità straordinaria di massa mette a rischio la continuità didattica anche se permetterà ai neoassunti di potersi avvicinare a casa. Facciamo il punto con questo dettagliato articolo a firma Lorena Loiacono.

Addii commossi in classe e ritorni insperati tra i banchi di scuola, i docenti italiani si preparano a un grande rimpasto che vedrà, per il prossimo anno, un andirivieni non da poco. Qualcosa come oltre 100mila cattedre pronte a scambiarsi la poltrona: è in arrivo la mobilità straordinaria, prevista dal comma 108 della legge 107 della Buona Scuola, con cui i docenti possono cambiare istituto, provincia o addirittura regione. È una risposta alle necessità dei tanti docenti che, per non intralciare le assunzioni previste dalla riforma, per un anno sono rimasti “immobilizzati”. E allora, se qualcuno per la fase B del piano straordinario di assunzioni ha parlato di esodo, in questo caso si tratterà di un vero e proprio controesodo. L’iter da seguire è piuttosto articolato e il ministero dell’istruzione, in questi giorni, sta incontrando i sindacati per mettere a punto un piano di mobilità e appianare le tante divergenze e le possibili iniquità. E gli animi, nell’attesa del prossimo tavolo previsto per l’8 gennaio, si scaldano. I trasferimenti potrebbero essere scanditi da tre diverse fasi, in base alle diverse tipologie di assunzioni effettuate. Il timore dei sindacati è che si creino disparità tra i docenti.
LE PROCEDURE

Il primo step riguarderà i docenti neo assunti con le fasi 0 e A, nell’anno 2015-2016, per l’assegnazione definitiva dopo il primo anno di prova e tutti i docenti assunti entro il 2014-2015 che, chiedendo il trasferimento, andranno a far parte anch’essi degli ambiti territoriali. Si tratta di quei contestati ambiti provinciali o sub-provinciali a cui appartengono ora “sulla carta” solo i neo assunti per il potenziamento. Il secondo step invece riguarderà i movimenti da diversa provincia che, per migliaia di docenti, equivalgono alla possibilità di tornare a casa. In questa fase rientrano anche le assegnazioni definitive per i neoassunti del 2015-2016 sul potenziamento: ben 47.465 docenti che potrebbero chiedere in blocco di essere spostati. La terza fase riguarda invece la mobilità d’ufficio, quindi non a richiesta, per la sede definitiva dei neoassunti, con spostamenti di carattere regionale.
PERCORSI DISTINTI

Potrebbero inoltre esserci, all’interno di una stessa fase, due percorsi distinti tra i docenti provenienti dalle graduatorie di merito, quindi i vincitori di concorso sulla singola regione, e quelli che invece provengono dalle graduatorie ad esaurimento. I primi potranno così chiedere il trasferimento in ambito regionale e ne avranno la precedenza, i secondi in tutti gli ambiti nazionali. Senza contare inoltre tutti gli insegnanti soprannumerari, che aspettano quindi di essere ricollocati, quelli che vogliono cambiare ruolo o cattedra, a cui potrebbe essere riservata una quota del 30% nella prima fase, e quelli che, pur avendo accettato il ruolo giuridico a decorrere dall’anno 2015-2016, per l’anno in corso sono rimasti sulla supplenza annuale.

LE PROTESTE

Si tratta di quei docenti che, per ora, stanno garantendo la continuità didattica, restando nella provincia e nella scuola scelta, ma dal prossimo anno dovranno raggiungere la provincia in cui sono stati assegnati. Spostandosi da Sud a Nord. In sostanza, è in arrivo uno tsunami sulla scuola. I sindacati danno battaglia, soprattutto sugli albi territoriali che vorrebbero veder slittare a data da destinarsi: «Vanno aboliti perché creano condizionamenti nella libertà di insegnamento – sottolinea Pino Turi, Uil scuola – riducono il pluralismo culturale e creano un ulteriore appesantimento burocratico. Raccoglieremo le firme per abolirli».
Un altro nodo riguarda il blocco triennale sui “vecchi” assunti: «Servono condizioni di equità – continua Turi – per accedere ai movimenti in deroga al blocco triennale sia per i passaggi di ruolo sia per i trasferimenti all’interno della stessa provincia o interprovinciali su tutti i posti di organico, anche quello potenziato».

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