Docenti inidonei, tenerli costa
Toccafondi: va trovata la copertura. Il ministero intanto รจ in confusione sui numeri
09/07/2013
di Nicola Mondelli
Torna in alto mare la speranza degli insegnanti permanentemente inidonei di evitare il passaggio forzoso tra gli assitenti del personale Ata. Ragioni di bilancio rendono complicato, se non impossibile, che la norma sul trasferimento possa essere cassata. Per abrogare quelle disposizioni o anche solo per rinviarne l’applicazione, come richiedono i senatori che hanno presentato i disegni di legge AS n. 316 (Puglisi ed altri, Pd e AS n. 728(Centinaio, Lega Nord), bisogna trovare risorse finanziarie che coprano i mancati risparmi di spesa che sarebbero derivati dal transito nei ruoli Ata del personale interessato.
ร quanto ha dichiarato il sottosegretario all’istruzione, Gabriele Toccafondi, nel corso della seduta della settima commissione del Senato tenutasi il 2 luglio, dopo aver riferito sul numero del personale interessato al problema e sull’entitร dei risparmi di spesa che sarebbero derivati dall’applicazione delle disposizioni di cui all’ art. 14 del decreto legge n. 95/2012, convertito dalla legge n. 135/2012, la cosiddetta spending review.
Si tratta dei docenti inidonei per motivi di salute a svolgere la funzione docente e di quelli titolari delle classi C.999 e C.555.
Relativamente ai risparmi di spesa il sottosegretario ha ricordato che quelli stimati per il passaggio nei ruoli Ata di 3.565 docenti permanentemente inidonei, di 800 docenti temporaneamente inidonei e di 900 docenti titolari delle classi di concorso C.999 e C. 555, peraltro giร inseriti nei saldi di finanza pubblica, ammontano a 114,31 milioni di euro per 2013, a 110,09 per il 2014, a 105,86 per il 2015, a 101,63 per il 2016 e a 97,41 a decorrere dal 2017.
I mancati risparmi di spesa previsti per il 2013 sono stati coperti attingendo al Fondo per la valorizzazione dell’istruzione scolastica, universitaria e dell’alta formazione artistica, musicale e coreutica, fondo iscritto nello stato di previsione del ministero dell’istruzione, dell’universitร e della ricerca a decorrere dal 2012. L’ammontare di risorse residue nel Fondo potrebbe essere nullo, salva piรน favorevole certificazione a cura del ministero dell’economia, in attuazione del contratto collettivo nazionale siglato in data 13 marzo 2013.
In caso contrario, a decorrere dal 1ยฐ gennaio 2014 e forse giร da quest’anno, ha pertanto sottolineato il sottosegretario Toccafondi, la mancata attuazione della norme sugli inidonei o una sua abrogazione determineranno l’esigenza di trovare una copertura completa.
Un quadro, quello prospettato dal rappresentante dell’esecutivo, che sembra lasciare poco spazio di manovra alla Commissione, anche se orientata a venire incontro alle richieste dei docenti. Per l’esecutivo, al momento, รจ soprattutto un problema di risorse disponibili il cui ammontare rimane tutto da quantificare dal momento che appare tutt’ora incerto il numero reale dei docenti che dovrebbero transitare nei ruoli del personale Ata.
I numeri dei docenti interessati
Sul numero dei docenti coinvolti, espressamente richiesto al governo dai membri della 7^ Commissione, quelli che sono stati forniti al sottosegretario dagli uffici del ministero dell’istruzione non corrispondono all’ultima rilevazione fatta dal Miur e datata 11 marzo 2013.
Quest’ultima indicava essere 3.084 i docenti inidonei, 460 i docenti titolari sulla classe C.999 e 28 quelli titolari sulla C.555, per un totale di 3.572. Il numero e la composizione fornita dagli stessi uffici al Sottosegretario indicano, invece, un totale di 5.265 docenti. Ma i numeri esatti quali sono? L’interrogativo non รจ meramente accademico. Dalla certezza dei numeri dipende, infatti, non solo una reale quantificazione delle risorse necessarie, ma anche una condizione per impostare un piano in grado di risolvere, seppure gradualmente, la difficile situazione. A tale fine il primo provvedimento che andrebbe adottato, suggeriscono le organizzazioni sindacali, sarebbe quello di accogliere le eventuali domande di dispensa.